04/09/2008

Rosita Copioli con Elia Malagò

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Dalla raccolta d'esordio "Splendida lumina solis", Rosita Copioli ha alternato la poesia con saggi critici, traduzioni che spaziano da Saffo alla mistica medievale, studi storici e collaborazioni giornalistiche. Oggetto del suo interesse è soprattutto ciò che è a fondamento dell'immaginazione creativa e della comprensione della realtà, anche attraverso la forma della premonizione e della profezia: «sotto l'impulso di sentimenti, emozioni, passioni e desideri diversi, diventiamo tutti costruttori di edifici e di spazi e di paesaggi». La incontra la scrittrice Elia Malagò.

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Redigere un testo, scrivere un libro o delle poesie è un'operazione che spesso non lascia trasparire la complessità che si cela dietro ad un verso o ad una frase: «leggere tra le righe» non è così facile come può sembrare. Elia Malagò ne è consapevole e guida gli spettatori del Chiostro di S. Barnaba attraverso la graduale scoperta della vita e della bibliografia di Rosita Copioli. «"Il postino fedele" deriva da un lavoro iniziato nel '79 con una ragazza ventenne che arriva alla casa editrice Forum con delle poesie» spiega; poi interviene direttamente l'autrice aggiungendo: «Lo considero il libro della maturità, si è costruito da sé così come per il musicista lo spartito viene scritto in modo naturale». È un testo articolato in sezioni, prima fra tutte quella dedicata alla luce. Poi c'è una parte che lei stessa definisce 'canzoniere amoroso', composta da poesie d'occasione scritte con rapidità. Ma le pagine non rappresentano solo questo, sono strade percorse da diversi postini. Si inseguono figure tormentate come Teti, madre di Ulisse, che chiede perdono al figlio, o come Upupa, la messaggera degli dei e «colei che sa sanare» secondo la mitologia persiana. L'incontro si snoda attraverso la lettura dei testi e alla fine la poetessa rivolge la sua attenzione ai giovani leggendo una poesia dedicata a loro dicendo: «I ragazzi mi fanno una gran tenerezza ma anche una gran pena perché sono nati in un mondo dove è difficile vivere».

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