05/09/2008

I GRANDI AMORI NON HANNO GENERE


2008_09_05_062
Il tentativo di regolamentare le convivenze di fatto, compiuto nel corso della passata legislatura, ha scatenato una serie di esorbitanti polemiche intorno all'istituzione familiare, mostrando nuovamente il turbamento - reale o indotto - di una parte della nostra opinione pubblica di fronte alla richieste di diritti da parte degli omosessuali. Lo psicoanalista Vittorio Lingiardi ("Citizen Gay") e il giornalista Daniele Scalise ("Lettera di un padre omosessuale") scelgono di affrontare la questione della 'cittadinanza' dei diversi orientamenti sessuali partendo dal territorio a tutti comune dell'affettività e dell'amore. Li intervista la giornalista Letizia Paolozzi.

English version not available
Italiano
Il cortile della Biblioteca Baratta è stata la location scelta per l'evento che ha visto protagonisti lo psicoanalista Vittorio Lingiardi e il giornalista Daniele Scalise, intervistati da Letizia Paolozzi. La giornalista definisce i loro due libri 'militanti': i due scrittori non approvano subito questo attributo, ma si accorgeranno solo alla fine dell'evento di come sia inevitabile l'uso del termine 'battaglia' in merito al mondo dell'omosessualità. Lingiardi, dopo aver fatto un excursus storico su quest'ultimo tema, considerato patologia fino agli anni '70, continua affermando che arrestare l'omofobia è un'impresa ardua, ma il riconoscimento legale alle coppie gay permetterebbe una diversa accetazione psicologica. Nel suo libro "Citizen Gay" sottolinea come ci sia bisogno che lo Stato lavori sulle pari opportunità, e non entri in merito ai gusti sessuali dei cittadini; il testo è ricco, inoltre, di informazioni di ordine tecnico e scientifico sul'argomento. Daniele Scalise, nel suo scritto "Lettera di un padre omosessuale", mette a nudo il suo cuore e chiede che i gay possano vivere alla luce del sole il loro sentimento senza più negarsi la possibilità di amare e di essere amati. La nostra società eterosessuale discrimina gli omosessuali e la democrazia, dominata dal maschile, ed è una macchina complessa, mutante, i suoi componenti sono afoni e responsabili di questo blocco culturale. Scalise non può esimersi dal dovere dire e fare qualcosa. Il pubblico, numeroso e partecipe per tutta la durata dell'evento, ha fatto agli autori molte ed interessanti domande su questa tematica, troppo spesso denigrata dai media. Letizia Paolozzi conclude con un invito rivolto a uomini e donne che vogliono lottare senza più tacere: «Non perdiamoci di vista!». Gli autori sono disponibilissimi a firmare ed autografare i libri appena acquistati dal pubblico.

1Luoghi collegati