05/09/2008
PANE SACRO, PANE PROFANO
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«Tra le molteplici vie che solcano il bacino del Mediterraneo» ha scritto Predrag Matvejevic «c'è, particolare e unica, quella del pane. Il pane ha permesso di distinguere nell'antichità i barbari dai civilizzati». E il pane è anche la bussola che permette a Enzo Bianchi (nel libro di prossima uscita "Il pane di ieri") di trovare nel ricordo dell'aspra concretezza della vita contadina le lezioni e gli insegnamenti che hanno plasmato l'uomo maturo, cogliendo chiavi di lettura per il presente e il futuro.
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Italiano
«Un saluto a tutti voi!», le prime parole di Enzo Bianchi rivolte all'infinito numero di presenti nel cortile di Palazzo di San Sebastiano. Enzo Bianchi e, per stamattina, la sua spalla destra Predrag Matvejevic, non hanno avuto bisogno di una presentazione, sono sicuri della potenza delle loro parole, sufficienti a presentare loro e 'il pane'. Il pane, un elemento centrale di tutta la vita di un uomo; è sorprendente come, da un elemento così modesto della natura, possano scaturire diverse e infinite sfumature o concetti, come il suo simbolismo, o come dalla necessità del pane si può passare a dei motivi di guerra. «È certamente impossibile», come ha detto Enzo Bianchi, «parlare di pane senza mettere in mezzo la fede». Ma come tutti sappiamo, ciò che accompagna il pane è, oserei dire sempre, il vino: questa bevanda «è gratuità, è ciò che ci riscatta dal bisogno» ha sottolineato Predrag. È curioso anche scoprire che, secondo Enzo, l'aperitivo è l'invenzione più grande, perché «è la celebrazione festosa che ci introduce alla necessità del pasto e perché, grazie al suono dei bicchieri che brindano, si possono intrecciare l'olfatto, il tatto, la vista, il gusto e l'udito per un 'pasto dei sensi'». Tra un approfondimento e l'altro si è conclusa l'ora, e i due autori ci hanno salutato con un enorme consiglio: «Provate a guardare il pane, a osservarlo quand'è sul tavolo... in questo modo troverete sapienza!».