05/09/2008
ALLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO
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C'è un periodo nella storia del cristianesimo che forse più di ogni altro risulta avvincente per la sua vivacità, l'asprezza e la libertà delle contrapposizioni dottrinarie, le lotte contro le persecuzioni: gli anni della sua nascita. Corrado Augias racconta, con il taglio dell'inchiesta giornalistica, le vicende della religione cristiana dalla morte di Gesù fino al IV secolo, aiutandoci a capire questioni fino ad oggi appannaggio esclusivo degli specialisti.
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Corrado Augias al Cortile della Cavallerizza presenta il suo libro indagine, "Alle origini del Cristianesimo". Un'inchiesta colloquio, con domande volutamente ingenue, che segue il rigore del metodo della scienza e della storia, senza per questo assumere verità immutabili, impossibili da contraddire. Augias riporta il lungo confronto con il professor Cacitti, storico, sulle origini del Cristianesimo, che i lettori ritrovano nelle pagine del libro. Viene stabilita convenzionalmente la nascita del Cristianesimo nel 135 d.C., anno in cui Gerusalemme venne distrutta dall'imperatore Adriano ed in cui cambia nome in Elia Capitolina. Racconta delle persecuzioni dei primi cristiani ad opera di Diocleziano, che nella nascente religione vedeva la rottura della fusione tra spiritualità e politica, minacciosa per la solidità dell'Impero; con l'Imperatore Costantino, poi, la passione e l'entusiasmo dei primi cristiani vengono in qualche modo accettati per tenere unito l'Impero, e con l'Editto di Milano la religione cristiana diventa ufficialmente religione lecita, per trasformarsi infine, con il Concilio di Nicea, religione di Stato, sotto l'Imperatore Teodosio I. A fondare il Cristianesimo è San Paolo, che muta la circoncisione del corpo, difficile per uomini adulti, in circoncisione dell'anima, la centralità della fede, rispetto a quella delle opere. Dalle pagine di "Famiglia Cristiana" arriva netta la stroncatura di Elio Guerriero, al quale Augias ribatte, respingendo la visione che accomuna i primi martiri cristiani ai kamicaze islamici dei nostri giorni. Se similitudini vi sono, queste sono solo legate ai testi di riferimento che han motivato i martiri cristiani, e che motivano i kamikaze (almeno, secondo le testimonianze delle lettere lasciate dai kamikaze islamici). I loro fini però sono ben diversi, visto che non c'è mai stato nei martiri cristiani la volontà di uccidere altri.