05/09/2008
IL RICORSO PRESENTE. Attualità e storia nella filosofia di Giambattista Vico
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La celebre teoria vichiana dei ricorsi storici ci lascia in eredità la responsabilità drammatica di comprendere il senso del nostro presente nel dispiegarsi della storia, per non avviarne o affrettarne il declino verso nuove barbarie. Ma è possibile chiedere ad una filosofia di parlare del presente e di essere ancora uno strumento di comprensione di ciò che siamo? Domande epocali che tre giovani filosofi cercheranno di articolare e rivolgere al loro maestro, Massimo Cacciari, muovendo dalle riflessioni sulla storia di uno dei più controversi ed affascinanti pensatori italiani.
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Massimo Cacciari si rimette i panni del professore di filosofia e, circondato dagli ex studenti Claudio Faschilli, Ciro Greco e Andrea Murari, dà vita ad una lezione particolarissima su Giambattista Vico. «Sarebbe tempo di divulgare la straordinarietà del pensiero italiano», poiché, proprio nel caso di Vico, è unico e interessante al pari di tutta la filosofia straniera. Il pensatore napoletano è riuscito a unire Tacito e Platone, l'idea della storia immutabile e la storia come serie di eventi. Dobbiamo studiare la storia perché la storia ci dice anche il domani, è una «storia del dovette e del dovrà». All'interno della storia, l'uomo può poi trovare la sua dimensione, usando il libero arbitrio per «costruire la storia». Certamente, nel ciclo dei «corsi e ricorsi», ci sarà una 'caduta', un ritorno alla barbarie. Questo perché l'interesse cessa di essere generale (come dice la parola stessa) e diventa individuale. Ma anche questa caduta sarà molto importante e porrà le basi per una nuova fioritura dell'uomo. Il contributo di Cacciari ha il compito di inserire il pensiero di Vico in rapporto con alcuni personaggi e le loro idee: Dante, Giordano Bruno, L.B. Alberti, Leopardi, Joyce. Ancora per sottolineare quanto sia importantissimo il contributo vichiano al pensiero: «diverso da Cartesio e dall'idealismo, insomma unico».