05/09/2008

Sami Tchak con Itala Vivan


2008_09_05_098
Considerato il maggior autore del Togo e vincitore nel 2004 del Grand prix de littérature d'Afrique noire per l'insieme della sua opera, Sami Tchak vive da molti anni a Parigi, dove ha conseguito il dottorato in sociologia e ha pubblicato una serie di saggi sulla sessualità femminile in Africa. Lo stile sorprendente e l'audacia nell'affrontare i temi più disturbanti fanno di Sami Tchak uno scrittore a parte nella letteratura africana contemporanea. Incontra l'autore di "La festa delle maschere" Itala Vivan, esperta di letteratura africana.

English version not available
Italiano
Francese
Nel tardo pomeriggio di oggi, nello spazio allestito per il Festival nella casa del Mantegna, il pubblico di Mantova ha incontrato Sadi Tchak. Brillante l'introduzione di Itala Vivan, che ha presentato lo scrittore riferendosi alla storia del suo paese di origine, il Togo, al suo percorso personale e formativo (studi di filosofia a Lomé, laurea in sociologia a Parigi, dove vive dal 1986) e alla sua opera di narratore e saggista. Del libro di Tchak "La festa delle maschere" (l'unico, finora, ad essere stato tradotto in italiano), la Vivan ha sottolineato l'ambientazione, in un Sud America di fantasia, la fisionomia teatrale dei personaggi, più tipi che persone, in un continuo scambio di ruoli, il taglio noir-grottesco, il carattere quasi mitologico della storia, incentrata su sesso e corruzione. È per poter parlare più liberamente del Togo che ha voluto ambientare la storia in America latina, spiega Tchak. Una scelta ispirata anche dalla somiglianza tra la situazione nel suo Paese e l'America latina, che ha colto nella narrativa di alcuni scrittori sudamericani, meno famosi dei «grandi» Borges, Vasquez, ma altrettanto validi (un nome tra tutti Arturo Alape). Il libro affronta anche il problema dell'idea di nazione, estranea alla popolazione degli stati africani post-coloniali, il cui senso di appartenenza coincide con la realtà che più direttamente li circonda, espresso anche dal dialetto locale, che continuano a preferire alle lingue ufficiali (francese o inglese). Un patrimonio linguistico e culturale prezioso che Tchak cerca di esprimere anche attraverso il francese con cui scrive i suoi libri. Alle domande sulla condizione femminile in Africa, lo scrittore ha risposto che esiste la tendenza a responsabilizzare troppo le donne africane, nella famiglia e nella società. Il futuro dell'Africa, secondo Tchak, potrebbe migliorare se alle sue donne fosse restituita la libertà di vivere in maniera più leggera, se potessero pensare a sé, permettendosi anche qualche frivolezza.

1Luoghi collegati