06/09/2008
SOLO LUOGHI SENZA AMORE HANNO IN SORTE UN AMORE TOTALE
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Si potrebbe dire che la poesia israeliana contemporanea sia segnata da un eccesso di immediatezza, da un legame esagerato con la quotidianità, quasi come ricercato distacco dal millenario uso letterario della lingua ebraica. La poesia offre tuttavia la possibilità di reagire, di trovare senso in un mondo perennemente in conflitto. Possiamo leggere Adaf e Latowicki nelle antologie "Poeti israeliani" e in "Forte come la morte è l'amore". Introduce e coordina il reading il critico letterario Daniele Piccini.
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Al Chiostro di San Barnaba, Daniele Piccini ha introdotto e moderato un evento dedicato a due giovani poeti israeliani: Shimon Adaf (autore di "Il monologo di Icaro" e di "Ciò che credevo ombra è il vero corpo") e Tali Latowicki ("Di te non scriverò più"; "Forte come la morte è l'amore"). Entrambi nati negli anni '70 e entrambi ormai conosciuti fuori e dentro i confini nazionali, Adaf e la Latowicki hanno parlato dei luoghi della loro infanzia, quei posti che lo stesso Adaf definisce «senza amore», ma che per questo hanno in sorte «un amore totale». Si tratti di Tel Aviv o di un piccolo paesino perso tra le terre, si sente comunque forte il legame di questi poeti con la loro terra di origine, come lo può essere per la maggior parte del popolo israeliano. Ad inframmezzare queste riflessioni la lettura di alcune loro poesie recitate in lingua originale, un ebraico che, nella voce di Adaf e della Latowicki, ha assunto a volte suoni aspri, capaci di ricordare sonorità tipicamente arabe, e a volte suoni timorosi e gentili come lo sa essere, forse, solo la lingua francese.