07/09/2008
IL CORPO OLTRE. Come superare i limiti biologici: la negazione della vecchiaia
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La presa di coscienza dell'ineluttabilità dell'invecchiamento è un'esperienza comune, e spesso molto amara. Soprattutto oggi, in una società in cui la vecchiaia ha perso quell'aura di saggezza e venerabilità che l'accompagnava un tempo, il desiderio di restare eternamente giovani e, in ultima analisi, di fuggire la morte si fa sempre più diffuso. Dalle terapie antiaging fino alle ricerche genetiche che dimostrano l'inesauribile vitalità di parte delle nostre cellule, i motivi per sperare in un invecchiamento ritardato (o in un non-invecchiamento) sembrano fondati. Fantascienza? Edoardo Boncinelli ("Verso l'immortalità?") e Claudio Franceschi, docente di Immunologia all'Università di Bologna, ne parlano con Silvia Bencivelli.
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Italiano
Al Palazzo di San Sebastiano si parla di invecchiamento e mortalità. Ma non nei soliti termini di ineluttabilità, tristezza e paura, al contrario. Gli esperti Edoardo Boncinelli e Claudio Franceschi, insieme alla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, parlano dell'aumento della speranza di vita e della salute degli anziani: «nessun miracolo», dicono, «solo migliore igiene, medicine e cibo». Eppure, l'uomo ci mette sempre il suo zampino artificiale. Si stanno infatti studiando e ricercando possibili metodi di intervento diretto sui geni: non solo per allungare la vita, ma anche per lenire, e forse cancellare, le grandi patologie legate alla terza età. Alla ricerca del sogno atavico dell'immortalità senza sofferenza. E, tuttavia, i due studiosi non si fermano ad un'aerea e felice utopia, per quanto «vicina» possa essere o sembrare. Bisogna fare in modo che a questa «nuova» e sempre più ampia componente della società sia permesso di vivere bene; ma non bisogna ignorare le conseguenti implicazioni politiche, sociali e psicologiche.