10/09/2009

NON ESISTE UN AZIONISTA INNOCENTE
. Crisi finanziaria, crisi industriale


2009_09_10_030
Nella crisi finanziaria in corso si sono bruciate cifre di denaro inimmaginabili. I gestori di fondi d'investimento, fondi pensione, assicurazioni hanno operato senza preoccuparsi degli interessi di chi ha loro affidato quei soldi. Secondo Luciano Gallino, l'economia di oggi agisce dimenticandosi delle persone: per invertire questi comportamenti irresponsabili del sistema finanziario occorre che i risparmiatori abbiano la possibilità di tornare a dire la loro. Incontra l'autore di "Con i soldi degli altri" il giornalista Luca De Biase. 

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Italiano
Sotto le logge dell'imponente colonnato del bel palazzo cinquecentesco di San Sebastiano, si è tenuto oggi alle 15:30 il dibattito sulla crisi industriale e finanziaria che affligge il nostro tempo: al tavolo erano presenti Luciano Gallino, scrittore e sociologo, e il giornalista Luca De Biase. Il tema è di quelli che colpiscono nel profondo sia dell'anima che del portafoglio. De Biase introduce lo scrittore ironizzando sul fatto che l'incontro probabilmente non ha motivo di essere, dal momento che è opinione diffusa che la crisi sia ormai superata e che, anzi, presto si verificherà la crescita tanto auspicata. Nonostante questo, il dubbio che non sia proprio così permane. Gallino offre al pubblico qualche cifra: nel mondo i poveri assoluti (coloro che vivono con 1,25$ al giorno) sono un miliardo e quattrocento milioni; i bambini sotto i cinque anni che ogni anno muoiono di fame sono dieci milioni. La riflessione sorge spontanea: se la situazione economica mondiale è così compromessa, è possibile indirizzare in maniera diversa i capitali e, se ciò fosse possibile, in che modo? Gallino nel suo libro I soldi degli altri critica le scelte di investimento effettuate dai gestori dei fondi di investimento, fondi pensione e assicurazioni ma allo stesso tempo non assolve da responsabilità l'azionista, cioè il risparmiatore. Le soluzioni ci sono, dice Gallino, e sono almeno due: la prima è quella di scegliere investimenti 'socialmente responsabili' alle società 'buone' che non si occupano di armi, tabacco e liquori. Il fenomeno di 'filiera', tipico dei grandi gruppi, impedisce però l'esame dell'attività aziendale a livelli ben più profondi della capogruppo. La seconda soluzione consiste nell'optare per investimenti 'mirati', volti cioè a conseguire un preciso obiettivo, di solito strutturale (costruzione di ospedali, scuole etc...). Ma il profitto, cui il risparmiatore naturalmente soggiace? Gallino sostiene che ciascun risparmiatore deve assumersi le proprie responsabilità. De Biase lascia la parola al pubblico: le domande si susseguono con un leitmotiv di fondo: pur volendo cambiare le cose manca la fiducia nelle capacità di attuare questi cambiamenti e, probabilmente, la causa d ciò è da individuare anche nella scarsa informazione. La crisi finanziaria è un argomento che ci tocca da vicino. Si avverte, tra il pubblico presente nel Palazzo di San Sebastiano, la febbrile attesa di una risposta che possa in qualche modo tranquillizzarci tutti. L'autore del libro "Con i soldi degli altri" Luciano Gallino presenta in modo puntuale l'attuale situazione mondiale, in cui la finanza, invece di servire l'economia, ne è diventata il padrone. Gli investimenti, infatti, hanno solo finalità speculativa e non sono indirizzati al miglioramento di beni e servizi. La crisi ha accentuato il divario tra ricchi e poveri, ha aumentato la mortalità infantile nei paesi già disagiati, ha causato la perdita di lavoro e di identità alle persone. Gallino offre due possibili direzioni per dare una svolta decisiva, ed entrambe richiamano al senso di responsabilità sia del singolo investitore che della politica. Ognuno di noi deve preoccuparsi di conoscere l'intera filiera della società su cui investe. Capita spesso che stimate società abbiano poi sussidiarie che producono cluster bomb. Dall'altra parte c'è la politica che deve proporre leggi capaci di dare una nuova direzione alla finanza e all'economia. Per Gallino, crescita non può voler dire solo aumento del superfluo, ma equa distribuzione delle risorse e modernizzazione delle infrastrutture. Al momento delle domande del pubblico, il giornalista De Biase fa da moderatore cogliendo una certa insoddisfazione da parte di un pubblico che forse si aspettava delle risposte più concrete. Il richiamo alla responsabilità personale sembra sempre poca cosa rispetto ai problemi del mondo. La crisi, dice il giornalista, può essere invece un'ottima possibilità per ripensare a come affrontare ogni cosa in modo diverso.

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