10/09/2009

LA BATTAGLIA DELLE TERMOPILI


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Combattuta nel 480 a.C. dalla lega delle città greche contro l'imponente esercito persiano guidato da Serse, la battaglia delle Termopili è passata alla storia come uno dei più alti esempi di eroismo militare. Valerio Massimo Manfredi, partendo dalle fonti storiche, ricorda il sacrificio di Leonida e dei suoi trecento spartani, ridando piena vita ai volti e alle emozioni dei protagonisti, ai luoghi della battaglia, ai momenti cruciali dello scontro tra i due eserciti in lotta.

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Italiano
Valerio Massimo Manfredi, invitato a parlare della battaglia delle Termopili nella serata di giovedì in Piazza Castello, come al solito incanta la folla. Sembra veramente un romanzo, e non storia vera, quello che racconta delle guerre persiane. La furia di re Dario, sconfitto per mano della lega greca nella battaglia di Maratona, dopo che Mileto si era ribellata contro l'enorme impero persiano. Al figlio Serse il compito di farsi vendetta, dopo aver preparato per un anno un esercito di trecentomila uomini, uno dei più grandi mai esistiti, formato da infinite etnie. In Grecia, fra il panico, si decide di porre la linea di resistenza alle Termopili. Cinquemila uomini, un sessantesimo rispetto alla truppa persiana, ma contenente i trecento valorosi di Sparta, guidati da Leonida. Dopo tre giorni di attesa, al quarto Serse fa sferrare l'attacco ad ondate successive, ma non c'è nulla da fare: tutti vengono respinti, compresi 'gli immortali', i diecimila della guardia del re. Solo attraverso l'intervento di una spia, i persiani riescono a trovare un valico per arrivare direttamente alle spalle dell'esercito nemico. E solo allora Leonida congeda gli alleati, e rimane solo con i trecento e settecento tespiesi, come ordinato loro, fino alla morte. Un lungo applauso segna la fine dell'intervento, mentre a poco a poco si ritorna dal quinto secolo a.C. ad oggi. Se tutti le lezioni di storia fossero così!

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