12/09/2009

PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DEI CONTADINI


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«Bisogna invertire l'equazione meno contadini - più sviluppo, perché più contadini ci sono in una società, più quella società avrà probabilità di sopravvivere». Nelle ricerche di Silvia Pérez-Vitoria - economista, sociologa e documentarista - la rivalutazione delle economie rurali si accompagna a una stringente analisi delle catastrofi ambientali provocate dall'industrializzazione dell'agricoltura. In un mondo sempre più esposto ai paradossi del mercato globale, sostiene la ricercatrice nel saggio "Il ritorno dei contadini", lo sfruttamento equilibrato delle risorse naturali, tipico delle pratiche contadine, rappresenta l'unica alternativa per preservare la biodiversità dai rischi di una «mercificazione del vivente».
 

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La tesi centrale della conferenza tenuta da Silvia Pérez-Vitoria nella Chiesa di San Maurizio è che bisogna ritornare ad un'agricoltura dal volto umano; non è vero, come sostengono gli economisti, che una società sviluppata è una società senza contadini; al contrario, «più una società ha contadini, maggiori sono le sue possibilità di sopravvivenza». Secondo l'economista e sociologa, il principale nemico dell'agricoltura è paradossalmente proprio lo sviluppo tecnologico che, lungi dal migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei prodotti, ha impoverito i terreni, minacciato la biodiversità, favorito l'inquinamento ambientale e lo sperpero di materie prime e risorse energetiche preziose. Fortunatamente, diversi gruppi di contadini, sia nel Nord che nel Sud del mondo, stanno reagendo a questa situazione: sono sorte numerose cooperative che propongono prodotti biologici coltivati nel rispetto dell'ambiente e venduti direttamente al consumatore, evitando i circuiti tradizionali; molti agricoltori si sono organizzati in sindacati per riappropriarsi della terra e del diritto di coltivarla in un modo più sostenibile e salutare anche per l'uomo. Come hanno dimostrato i numerosi interventi del pubblico, quello dell'agricoltura è un problema molto sentito ed è «troppo importante per essere lasciato nelle mani dei politici»; per questo ognuno può e deve dare il proprio contributo, diventando un consumatore più critico e consapevole.

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