13/09/2009

NARRARE È UN DESTINO


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Già a sette anni Grazia Livi dichiara ai suoi genitori di voler diventare una scrittrice. Da quel momento, la sua diventa una vita di libri, di ricerca continua di «parole di luce» nella letteratura, di incontri con personalità che scopre incredibilmente vicine a sé: Katherine Mansfield, Emily Dickinson, Jane Austen, Anton Cechov. Livi frequenta il giornalismo, la saggistica ("Da una stanza all'altra", "Le lettere del mio nome") e la narrativa (da "Gli scapoli di Londra", suo romanzo d'esordio, fino al recente "Il vento e la moto"), prediligendo soprattutto la forma racconto. Insieme a Chiara Ingrao, che all'impegno sindacale e politico ha affiancato quello di narratrice ("Dita di dama"), e alla giornalista Anna Maria Crispino, Grazia Livi parlerà di come si risponde a una passione così coinvolgente come la scrittura.

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Italiano
Nell'Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale, la giornalista Anna Maria Crispino dialoga con Grazia Livi e Chiara Ingrao. Il nome dell'evento è legato al titolo di un libro di Grazia Livi, ma è anche una sorta di provocazione: come assecondare il bisogno di narrare, così spontaneo eppure a volte difficile da portare a compimento, l'istinto di rivolgersi verso qualcosa che va oltre la propria semplice realtà? Tra racconti di vita e riflessioni varie, si delinea la differenza tra le due autrici: Grazia Livi, che già a sette anni sentiva la necessità di esprimersi in modo «diverso» dalle coetanee, e Chiara Ingrao, con un percorso più lento e segnato dalle tappe fondamentali della sua vita. Entrambe, comunque, pronte a sostenere la cosa più importante: non solo talento, come a volte viene etichettato e liquidato il processo della scrittura, ma anche e soprattutto motivazioni, spinte più profonde e complesse. Citazioni: «Ho sempre pensato a me stessa come ad una donna che scrive» (Livi) «Io non mi volevo dilettare con la scrittura, io volevo scrivere, da professionista» (Livi) «Non mi sentivo sicura di questa parte di me, mi sembrava quasi un lusso» (Ingrao) «La mia è una ricerca della parola pertinente al mio sentire» (Livi) «Chi scrive lo fa sempre a partire da un'esperienza di ascolto»

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