13/09/2009
LEGGERE CON IL SORRISO SULLE LABBRA
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«Scrivo per divertire, per offrire un momento di rilassamento, di divertimento»: e ci riesce benissimo Stefania Bertola, scrittrice, traduttrice, conduttrice radiofonica che con i suoi libri ("La soavissima discordia dell'amore") migliora il LUN, il livello dell'umore nazionale. Soprattutto femminile, come potrebbe imputarle Paolo Colagrande ("Kammerspiel"), degno "avversario" a colpi di battute, ironia e graffiante comicità.
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Italiano
A Palazzo d'Arco lo scrittore Paolo Colagrande intervista la scrittrice, sceneggiatrice e traduttrice Stefania Bertola. «All'inizio mi annoiavo a scrivere alcuni libri», rivela l'autrice,«perché non mi piacciono le descrizioni». La sua, infatti, è una scrittura suggestiva, semplice e spiritosa, che ama lasciare spazio all'immaginazione del lettore. Stefania Bertola racconta del suo mestiere, o meglio, dei suoi mestieri. Spiega però al suo pubblico che il lavoro da scrittrice, in confronto a quello da sceneggiatrice, è più facile e libero, meno legato a costrizioni e condizionamenti. Molte le domande da parte del pubblico, che la ringrazia per l'ottimismo e l'umorismo dei suoi romanzi. E lei ci tiene a precisare: «I libri possono fare da filtro per i piccoli dolori quotidiani; per i grandi dolori è più difficile, ma quando si riesce ad alleviarli almeno un po', ecco che viene giustificata l'esistenza di uno scrittore». Citazioni: «Preferisco che un libro mi faccia vivere le cose, non che me le descriva a parole» «Basta aggiungere pochi elementi e una storia normale diventa divertente»