09.09.2010 - Blurandevù
BLURANDEVÙ. Autori al microfono blu dei volontari di Festivaletteratura
2010_09_09_BLU2230
Benedetta Tobagi è una giovane giornalista italiana. Quando aveva tre anni ha perso suo padre Walter, giornalista del "Corriere della Sera", piegato dai colpi di arma da fuoco di un gruppo di terroristi. Con gli anni Tobagi ha sentito il bisogno di capire, di recuperare il senso di una storia dolorosa che è la sua storia personale ma anche quella del nostro paese. Da questa ricerca è nato il libro "Come mi batte forte il tuo cuore", e dal libro una disposizione nuova alla vita, alla responsabilità, alla partecipazione. A "Blurandevù" un dialogo tra due generazioni vicine, entrambe rivolte al futuro.
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Italiano
La pioggia non ha fermato le tante persone presenti alle 22.30 in Piazza Virgiliana alla presentazione di Benedetta Tobagi, giovane giornalista italiana.
Benedetta, orfana di padre all'età di tre anni, decide di pubblicare un libro, "Come mi batte forte il tuo cuore", attraverso il quale riporta alla luce la storia della dolorosa morte del padre, ma anche quella del nostro Paese.
Durante la presentazione la giornalista descrive il padre come un uomo assente fisicamente, ma al tempo stesso presente; e, leggendone le lettere scritte prima della morte, riesce a comprendere che l'assenza della figura patriarcale aveva lo scopo di migliorare il futuro della sua famiglia, e di adoperarsi per il bene comune.
Grazie a questo libro Benedetta è riuscita a far trasparire un'immagine più delineata di Walter Tobagi riuscendo a cancellare in parte gli stereotipi comuni.
Molto influenzata dalla letteratura ma soprattutto dalla filosofia, disciplina in cui è laureata, chiude l'intervista, sicura, con una frase: «la verità è qualcosa a cui tu protendi ma sfugge sempre un po' più avanti».
L'incontro si conclude lasciando il pubblico a riflettere sotto il fitto temporale mantovano.
Benedetta, orfana di padre all'età di tre anni, decide di pubblicare un libro, "Come mi batte forte il tuo cuore", attraverso il quale riporta alla luce la storia della dolorosa morte del padre, ma anche quella del nostro Paese.
Durante la presentazione la giornalista descrive il padre come un uomo assente fisicamente, ma al tempo stesso presente; e, leggendone le lettere scritte prima della morte, riesce a comprendere che l'assenza della figura patriarcale aveva lo scopo di migliorare il futuro della sua famiglia, e di adoperarsi per il bene comune.
Grazie a questo libro Benedetta è riuscita a far trasparire un'immagine più delineata di Walter Tobagi riuscendo a cancellare in parte gli stereotipi comuni.
Molto influenzata dalla letteratura ma soprattutto dalla filosofia, disciplina in cui è laureata, chiude l'intervista, sicura, con una frase: «la verità è qualcosa a cui tu protendi ma sfugge sempre un po' più avanti».
L'incontro si conclude lasciando il pubblico a riflettere sotto il fitto temporale mantovano.