11/09/2010

David Peace con Pietro Cheli

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David Peace si è imposto all'attenzione della critica con "Red Riding Quartet", una claustrofobica tetralogia sugli spietati delitti dello Squartatore dello Yorkshire, che gli è valso nel 2003 l'inserimento nella lista dei migliori giovani scrittori della Gran Bretagna stilata dalla rivista "Granta". "Tokyo anno zero" e "Tokyo città occupata" sono i primi due capitoli di una nuova trilogia dove la struttura noir è al servizio del racconto storico della città giapponese sprofondata al suo grado zero al termine della guerra. Peace dialoga con il giornalista Pietro Cheli.

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Maglietta non a caso nera per David Peace a Festivaletteratura, scrittore serio e attento che ha intrattenuto il pubblico sabato alle 18:30 a Palazzo D'Arco.
«Un grande del genere noir», così introdotto dal noto giornalista Pietro Cheli, sempre simpatico nel cercar di sdrammatizzare le storie squallide e corrotte prese in esame.
Lo scrittore inglese che dallo Yorkshire oggi vive e insegna inglese a Tokyo «prendevo il sussidio per la disoccupazione» dice «a Manchester non mi volevano, così scelsi di andare a Istanbul e poi nel tempio economico di Tokyo» è stato d'accordo con le considerazioni di Cheli.
«C'è un'ambiguità tra il bene e il male nelle sue storie» afferma il giornalista, «un grigiore dove nessuno è completamente buono, nessuno completamente cattivo».
I personaggi nei suoi libri ci parlano con brevi frasi, come pennellate impressioniste, proprie di Peace.
E tra le sfumature l'autore ci narra la storia, d'Inghilterra prima, giapponese poi.
I suoi diventano una sorta di romanzi sociali, indagini a carico dell'artista: «Mi piace che il lettore rifletta».

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