12/09/2010

Edmund White con Luca Scarlini

2010_09_12_185
«Scrivere è come salvare un bambino che stava annegando». A guardare le tormentate vicende familiari che hanno segnato la vita e le opere di Edmund White, nessuna frase riuscirebbe a immortalare più adeguatamente uno dei giganti della letteratura americana. Autore di romanzi ("La sinfonia dell'addio", "My Lives"), racconti ("Caos") e splendidi saggi ("La doppia vita di Arthur Rimbaud"), White ha fatto di un'esistenza la materia viva dei propri scritti, ora raccontando l'omosessualità in un mondo soffocato dalla menzogna e dal pregiudizio, ora ripercorrendo, da lettore e critico d'eccezione, la biografia di alcuni maestri della letteratura moderna (Marcel Proust, Arthur Rimbaud, Jean Genet). Lo incontra Luca Scarlini.

English version not available
Italiano
Nelle prime pagine di "La doppia vita di Rimbaud", Edmund White dice di aver conosciuto il poeta francese alla luce di una torcia nelle notti di collegio, adolescente non ancora capace di dichiarare la propria omosessualità: ne ha amato il genio e soprattutto ne ha invidiato il coraggio di vivere la propria vita a proprio modo fino al '62, quando ha saputo fare quel salto e si è trasferito a New York.
Proprio con New York si apre l'intervista di Luca Scarlini di stamattina all'Ariston: la città amata da White è stata spesso sfondo e personaggio vivo dei suoi romanzi, e lo è anche dell'ultimo, "Ragazzo di città" (Playground, 2010). La chiacchierata di Scarlini e White rievoca la città aperta alle rivendicazioni e alle ribellioni degli anni '60, il suo Balletto, il cui atrio era un salotto in cui intellettuali omosessuali e non si potevano incontrare e confrontare; poi si passa a parlare dei temi cari a White: adolescenti chiamati a definire la propria identità, le relazioni, l'amore e l'omosessualità, le amicizie e gli incontri che pervadono la vita degli uomini e la segnano, la arricchiscono di una nuova famiglia creata e non ereditata.
Poi l'autobiografismo e il gusto per le biografie dei grandi autori come Genet e Rimbaud, perché la letteratura è sì il regno della fantasia, ma così ricca da offrire al lettore una vita parallela, tanto che le due vite, quella reale e quella creata dalla letteratura, non si toccano ma si influenzano.
Scarlini vuole condividere col pubblico quello che per lui è un piccolo gioiello, "Hotel de Dream", e ne legge alcune pagine, chiede a White di commentare per poi passare la parola alla platea per le ultime domande che approfondiscomno i temi toccati precedentemente.
White risponde come in "My lives": la "mia" opinione, la "mia" visione delle cose, la "mia" esperienza, riversata già in tanti libri e ora in una conversazione di poco più di un'ora all'Ariston di Mantova.

1Luoghi collegati

1Enti correlati