12/09/2010 - Voci d'autore del Novecento

IN DIALOGO CON FERNANDA PIVANO

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Hemingway, Kerouac, Miller, Ginsberg, Bukowski e molti altri ancora: in oltre sessant'anni di ininterrotta attività, Fernanda Pivano ha conosciuto e frequentato i principali protagonisti della letteratura americana del Novecento. Durante questi suoi incontri - avvenuti per interviste, in occasione di pubbliche letture, più spesso per amicizia - la Pivano aveva l'abitudine di tenere acceso il registratore: i nastri così raccolti dall'inizio degli anni sessanta fino alla sua scomparsa costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, oggi ancora in gran parte inesplorato. Enrico Rotelli, curatore dei "Diari" di Fernanda Pivano, e Massimo Bacigalupo, esperto di letteratura anglo-americana, ripercorrono, a partire da questi materiali, il lungo, appassionato lavoro della scrittrice genovese.

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Italiano
Enrico Rotelli e Massimo Bacigalupo, nel corso di quest'evento tenutosi domenica alle 17.30 nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, hanno fatto conoscere più da vicino al pubblico di Festivaletteratura la figura di Fernanda Pivano. La principale risorsa sfruttata per parlare di questa grande donna è stata il materiale della Biblioteca Riccardo e Fernanda Pivano, ora disponibile presso la Fondazione Benetton Studi Ricerche: una vera miniera d'oro, che custodisce libri, appunti, lettere e ore di registrazioni audio. Infatti Fernanda aveva l'abitudine di registrare le conversazioni e le telefonate con intellettuali ed amici scrittori: è stato emozionante sentire la voce di Ernest Hemingway o Allen Ginsberg, due dei grandi amici di Fernanda, dialogare con lei. La discussione ha riguardato anche la figura di Fernanda come donna, con i suoi umori e i suoi capricci, così come le sue traduzioni e le sue vicissitudini durante la Guerra, quando fu incarcerata dai nazisti. Per concludere, in un breve filmato Fernanda, anziana e intenta a sbobinare una delle sue conversazioni, riassume il senso del suo lavoro culturale: «Dicono che gioco con la letteratura, ma ci sono giochi meno faticosi e più divertenti».

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