08/09/2011
Franco Buffoni con Nella Roveri
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Franco Buffoni vive a Roma ed è professore ordinario di Critica letteraria e Letterature comparate. Teatro e poesia del '900 anglo-americano sono oggetto dei suoi studi attuali. Tra le ultime raccolte di poesia, "Noi e loro" (2008) e "Roma" (2009) suggeriscono una duplice possibilità di lettura: l'attenzione al presente e al modello di civiltà che propone e il fascino della cifra poetica, in tutta la sua raffinata attrezzatura intellettuale. «Com'era il mondo dove sbarcò Enea / Al di sotto del piano di campagna?», si domanda l'autore, «vecchio longobardo assente» che spaesato si avvia alla scoperta della città eterna. Lo incontra Nella Roveri.
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Italiano
La poesia e la musica unite per intrattenere piacevolmente la serata di ieri. I versi di Franco Buffoni, poeta e docente che si occupa di scrittura critica, sono stati accompagnati da sottili note alla chitarra e dall'attenzione assorta del pubblico presente, raccolto attorno alla voce e ai temi di Buffoni.
La famiglia, il ruolo di zio, le barriere e le incomprensioni sociali, gli opposti che s'incontrano e scontrano nella quotidianità (eterosessuali / omosessuali, extracomunitari / cittadini, giovani /anziani). Il poeta è diventato un tutt'uno con le menti più sottili, sensibili e vicine all'anima delle persone, al loro vissuto nella maestosità di Roma, la città raccontata ed amata da Buffoni che, come Pasolini e Penna, è a un tempo amata e terribile. Una vera musa. Le letture e la musica, cooperando, hanno permesso che l'atmosfera diventasse intensa e quasi sognante, poiché «il grande vantaggio della musica rispetto alla poesia è che non ha bisogno di essere tradotta».
La famiglia, il ruolo di zio, le barriere e le incomprensioni sociali, gli opposti che s'incontrano e scontrano nella quotidianità (eterosessuali / omosessuali, extracomunitari / cittadini, giovani /anziani). Il poeta è diventato un tutt'uno con le menti più sottili, sensibili e vicine all'anima delle persone, al loro vissuto nella maestosità di Roma, la città raccontata ed amata da Buffoni che, come Pasolini e Penna, è a un tempo amata e terribile. Una vera musa. Le letture e la musica, cooperando, hanno permesso che l'atmosfera diventasse intensa e quasi sognante, poiché «il grande vantaggio della musica rispetto alla poesia è che non ha bisogno di essere tradotta».