09/09/2011
IL SILENZIO HA LE MANI APERTE. Vita e opere di Ettore Zapparoli, alpinista solitario
2011_09_09_151
«Benché io non sia mai stato là, lo vedo uscire dal rifugio Marinelli alla luce della luna e allontanarsi attraverso le rocce e poi sulla fosforescente neve (...) soltanto la sua sottile sagoma scura tra i ghiacciai, dritta, viva, fin troppo romantica, con la eleganza rigorosa di chi parte per l'eternità». Così Dino Buzzati ricorda l'amico Ettore Zapparoli, scomparso durante una delle sue escursioni in solitaria sul Monte Rosa. Mantovano di nascita e milanese d'adozione, Zapparoli fu - oltre che alpinista - autore di romanzi, poeta e musicista: una figura geniale, inquieta, che continua ad attirare l'attenzione non solo degli appassionati di montagna. Ne parlano Dante Colli, curatore di una recente antologia degli scritti di Zapparoli ("Alpinismo solitario. Vita, imprese, inediti di Ettore Zapparoli"), e Davide Longo, curatore dell'antologia "Racconti di montagna". Presenta Alessandro Giorgetta, direttore editoriale del CAI.
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Italiano
Dante Colli, Davide Longo e Alessandro Giorgetta hanno parlato, all'interno dell'Aula Magna dell'Università di Mantova, della vita e delle opere di Ettore Zapparoli, uomo d'altri tempi, che ha diviso la sua esistenza tra scrittura e alpinismo, in entrambi i casi alla ricerca di se stesso. Morirà proprio in montagna, con ogni probabilità colpito da una slavina durante l'ascesa su una delle pareti più difficili del Monte Rosa, che voleva scalare avendo sentito la necessità di innalzarsi per essere libero.
Analizzando le sue due 'anime' principali, Longo si è soffermato sullo studio della sua scrittura, fatta di una prosa difficile per i canoni di oggi, farraginosa e con rimandi, espliciti ed impliciti, ad alcuni degli autori e dei movimenti della prima metà del secolo scorso, da D'Annunzio al Futurismo.
Colli invece, curatore di una recente antologia sui suoi componimenti, ne ha parlato da un punto di vista più personale. Il suo essere inquieto, le sue scalate, il suo rapporto con l'altro sesso, alla continua ricerca di un'ideale irraggiungibile.
Quello che emerge alla fine dell'incontro è una personalità combattuta, un avventuriero che nella vita, come nella scrittura, voleva raggiungere sempre la vetta successiva. Una figura romantica, oggi quasi del tutto scomparsa.
Analizzando le sue due 'anime' principali, Longo si è soffermato sullo studio della sua scrittura, fatta di una prosa difficile per i canoni di oggi, farraginosa e con rimandi, espliciti ed impliciti, ad alcuni degli autori e dei movimenti della prima metà del secolo scorso, da D'Annunzio al Futurismo.
Colli invece, curatore di una recente antologia sui suoi componimenti, ne ha parlato da un punto di vista più personale. Il suo essere inquieto, le sue scalate, il suo rapporto con l'altro sesso, alla continua ricerca di un'ideale irraggiungibile.
Quello che emerge alla fine dell'incontro è una personalità combattuta, un avventuriero che nella vita, come nella scrittura, voleva raggiungere sempre la vetta successiva. Una figura romantica, oggi quasi del tutto scomparsa.