10/09/2011

LE CELLULE IMMORTALI DI HENRIETTA LACKS

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Niente sembra legare il destino di una coltivatrice di tabacco della Virginia alla creazione del vaccino contro la poliomielite, o alla mappatura completa del genoma umano. Eppure le cellule dell'afro-americana Henrietta Lacks - prelevate a sua insaputa nel 1951, mentre si trovava in fin di vita in un reparto ospedaliero 'per soli neri' - furono alla base di alcune tra le più rivoluzionarie scoperte mediche del XX secolo. Affiancata dal filosofo Armando Massarenti, la scrittrice e divulgatrice scientifica Rebecca Skloot, autrice del commovente e pluripremiato "La vita immortale di Henrietta Lacks", partirà dall'incredibile storia di una donna e della sua famiglia per spiegare una delle pagine più oscure della sperimentazione genetica e dei pregiudizi razziali.
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Rebecca Skloot, introdotta dal filosofo Armando Massarenti, possiede senza dubbio il dono della caparbietà. Ha sentito il nome di Henrietta Lacks per la prima volta durante un corso di biologia nel 1988 ed, accortasi che nessuno conosceva la storia della sua vita, ha intrapreso una ricerca durata oltre dieci anni con l'obiettivo di ricostruirne la vita.
Henrietta Lacks fu, con ogni probabilità, un'afro-americana comune, ma la cosa fuori dell'ordinario è che le sue cellule, prelevate a sua insaputa in punto di morte, sono state fondamentali per una parte importante della ricerca medica del XX secolo. La loro caratteristica principale era la longevità: cellule che riuscivano a riprodursi velocemente ed a conservarsi nel tempo. La ragione scientifica è ancora sconosciuta ma il problema dibattuto si sposta dalla scienza all'etica: ci si chiede se sia giusto permettere alla ricerca di effettuare i propri studi all'insaputa dei donatori. Il pubblico è evidentemente contrario ma come spiega la stessa Skloot, quello dell'etica medica è un campo ancora da approfondire e per farlo è necessario approcciarvisi senza pregiudizi.  

La storia di Henrietta Lacks, afro-americana affetta da tumore e morta precocemente all'età di trent'anni e di come le sue cellule siano state utilizzate senza il suo consenso per scopi scientifici, è stata raccontata da Rebecca Skloot nel libro "Le cellule immortali di Henrietta Lacks".
Secondo Armando Massarenti, che presenta il libro nel Chiostro del Museo Diocesano, l'opera della Skloot ha un'enorme importanza perché ha posto l'attenzione su problemi che coinvolgono l'etica, l'economia, la scienza, le questioni di razza. Non prende posizioni e tenta di evidenziare le ragioni delle varie parti in causa con obiettività.
I medici prelevarono delle cellule durante la malattia della donna e scoprirono che si moltiplicavano in modo indefinito ed erano pressoché immortali. Queste cellule, conosciute con il nome di 'Hela', hanno rappresentato una delle scoperte più importanti in ambito scientifico per le eccezionali caratteristiche di cui sono dotate. La questione oggetto di discussioni è che queste cellule sono state utilizzate senza il consenso della Lacks da industrie che le hanno vendute aumentando i loro profitti. La Skloot ha dovuto superare le diffidenze della famiglia di Henrietta per poter fare le proprie ricerche ed ha istituito un fondo per aiutare gli eredi, quasi tutti indigenti e senza un'assistenza sanitaria. I parenti di Henrietta sono stati molto disorientati dalle notizie di cui sono venuti a conoscenza e che spesso non erano culturalmente in grado di comprendere.
Il libro mette anche in evidenza quanto sia importante capire quello che si ha di fronte e che la scienza non deve essere inaccessibile. Ognuno è consapevole di quanto la ricerca sia fondamentale per il miglioramento della vita, ma allo stesso tempo non si vuole essere tenuti all'oscuro e ingannati. Il libro della Skloot è stato visto con favore da molti scienziati e negli Stati Uniti stanno cambiando le leggi per rendere imprescindibile il consenso informato. Rimane il dubbio, dopo questo incontro e dopo aver ascoltato le domande del pubblico, se dia più fastidio sapere che le proprie cellule sono state utilizzate senza il consenso per scopi scientifici, oppure lo scoprire che qualcuno ci sta guadagnando senza coinvolgerci. 

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