10/09/2011

RACCONTARE I SETTANTA

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dai 14 anni in su
Arriva un momento nella vita di un adolescente in cui si affaccia prepotente quel bisogno speciale di trovare la propria strada e di spiccare il volo. La scrittrice Sofia Gallo ha raccontato l'età di passaggio in tanti libri, e in "Diritto di volare" porta giovani e meno giovani al clima di voglia di libertà degli anni Settanta. In un confronto serrato di ricordi, musiche, storie, vicende di cronache, delusioni e speranze, ripercorre con il conduttore e autore Massimo Cirri una stagione vitale e drammatica insieme del nostro paese.
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Italiano
All'evento "Raccontare i settanta", presentato nella pagoda di Piazza Virgiliana, da Sofia Gallo, autrice del romanzo "Diritto di volare", sono stati rievocati i fatti principali e le ideologie del tempo.
Con l'aiuto dello spiritoso conduttore Massimo Cirri, il pubblico di adulti e giovani ha riesplorato questi meravigliosi anni con nostalgia attraverso l'approfondita analisi sulla politica, il rapporto uomo-donna, la coltivazione delle 'famigerate piantine' e gli scontri con la polizia.
Attraverso aneddoti e riflessioni, i due presentatori ci hanno incitato a porre i rivoluzionari anni '70 come spinta a partecipare più attivamente e contribuire allo sviluppo della società, spesso eccessivamente controllata e priva di quell'istinto alla libertà tanto desiderata attualmente.

Gli anni '70, tra mito e rivoluzione. I turbolenti anni a cavallo tra il '68 e gli anni Ottanta del reaganismo sono stati al centro dell'incontro tenutosi nel pomeriggio di oggi in piazza Virgiliana con Massimo Cirri, mattatore di "Caterpillar" (fortunata trasmissione di Radio 2), e Sofia Gallo, autrice di diversi libri che trattano della difficile età di passaggio tra adolescenza e maturità. Nella sua ultima opera, dal titolo "Diritto di volare", Sofia Gallo ha voluto ripercorrere un decennio che ha segnato nel bene e nel male la storia d'Italia, visto attraverso la lente di ingrandimento della storia d'amore vissuta dalla protagonista Elena. Una storia d'amore tormentata, che si staglia sul sottofondo di una stagione di scontri di piazza, di contestazione dura e pura, di lacrimogeni e tazebao, di pugni chiusi. Sarebbe tuttavia riduttivo ricordare gli anni '70 solo per la spirale di violenza che percorse quel decennio: in realtà i giovani di allora, oggi genitori spesso apprensivi ma comprensivi, superarono, scegliendo vie alternative e inedite, passaggi fondamentali dell'esistenza di ogni persona, quali le amicizie, l'amore, l'impegno politico, persino l'abbigliamento e la musica, che assunsero in quegli anni dei veri e propri tratti distintivi. Ribellismo giovanile, dunque, ma una ribellione verso tutto ciò che sapeva di tradizione e conservatorismo e che permise di ottenere conquiste sociali, civili e personali, che oggi ci appaiono scontate.
«Ritornare con la memoria a quegli anni inizialmente è stato doloroso» - ha sottolineato l'autrice - «in quanto tutto in quegli anni era portato agli estremi: bisognava stare da una parte o dall'altra, vivere in un mondo pieno di difficoltà dove ogni giorno si prendevano decisioni che avrebbero segnato per sempre le nostre vite». E sul finire dell'incontro Massimo Cirri scherza con i volontari e il pubblico, aprendo i microfoni e scandendo lo slogan «compagni, il dibattito è aperto», all'epoca prassi imprescindibile per l'avvio di qualsiasi discussione. Negli occhi di ognuno sono dunque apparse immagini di un'Italia di ormai quarant'anni fa, dove imperavano la voglia di sperimentare, di condividere, di costruire il proprio percorso personale senza condizionamenti di sorta, di viaggiare con il corpo e con la mente. Gli anni '70 sono stati anche questo, ossia una straordinaria stagione creativa in ambito musicale, culturale ed artistico. E non ci poteva essere canzone migliore per descrivere quel periodo di "My Generation" dei The Who.

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