10/09/2011
RIFORMARE LA GIUSTIZIA PER COMBATTERE LE MAFIE
2011_09_10_212
«Per sconfiggere i clan non abbiamo bisogno di politici che ci scrivono relazioni su che cos'è la mafia. Bisogna creare un sistema giudiziario forte e proporzionato alla pericolosità di queste organizzazioni, e snellire i tempi della giustizia». Nicola Gratteri è un magistrato da molti anni impegnato in prima linea nella lotta contro la 'ndrangheta. L'articolazione internazionale e la potenza economica delle organizzazioni mafiose, secondo Gratteri, impone allo Stato di dotarsi di strumenti adeguati per poter sostenere questo impegnativo confronto. Più che leggi straordinarie serve oggi una riforma seria e strutturale che superi l'impianto ottocentesco dell'amministrazione giudiziaria e la ponga al passo con i tempi. Incontra l'autore di "La giustizia è una cosa seria" il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Mario Andrigo.
L'evento 212 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Fiorenza Sarzanini, sostituita successivamente da Mario Andrigo.
L'evento 212 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Fiorenza Sarzanini, sostituita successivamente da Mario Andrigo.
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Italiano
Nicola Gratteri, in prima linea contro la mafia a Festivaletteratura.
C'è voglia di combattere, c'è voglia di riscatto nelle parole di Gratteri. Riscatto soprattutto per i giovani della sua terra, immersi e devastati da una cultura mafiosa onnipresente. Poche cose posso già migliorare la situazione: snellire il procedimento penale, riformare la struttura dei tribunali, inasprire le pene. Il potere politico deve fare solo questo. Ma purtroppo la fiducia è poca, perché forse conviene mantenere questo stato di cose. E allora la battaglia si sposta nelle scuole, nel far capire ai ragazzi che non conviene diventare un mafioso. Ma anche nell'impegno per aiutare i commercianti, le persone legate purtroppo all'economia mafiosa. È una battaglia dura, che è appena cominciata e che comincia solo a pareggiare i conti. Ma la vittoria è lontana.
C'è voglia di combattere, c'è voglia di riscatto nelle parole di Gratteri. Riscatto soprattutto per i giovani della sua terra, immersi e devastati da una cultura mafiosa onnipresente. Poche cose posso già migliorare la situazione: snellire il procedimento penale, riformare la struttura dei tribunali, inasprire le pene. Il potere politico deve fare solo questo. Ma purtroppo la fiducia è poca, perché forse conviene mantenere questo stato di cose. E allora la battaglia si sposta nelle scuole, nel far capire ai ragazzi che non conviene diventare un mafioso. Ma anche nell'impegno per aiutare i commercianti, le persone legate purtroppo all'economia mafiosa. È una battaglia dura, che è appena cominciata e che comincia solo a pareggiare i conti. Ma la vittoria è lontana.