10/09/2011

L'ATTUALE VIOLENZA CONTRO LE DONNE

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La violenza nei confronti delle donne non viene meno: piuttosto cambia forma. L'aumento nel nostro paese di reati contro le donne appare strettamente legato alla riduzione ad oggetto del corpo femminile, come avviene in modo sempre più pervasivo nella pubblicità, nelle televisioni e sui nuovi media. Il problema riguarda una parte non irrilevante della giovane popolazione maschile e molte adolescenti che sentono di non voler competere con i modelli proposti dai mass-media. A delineare le forme di questa pericolosa involuzione culturale intervengono Lorella Zanardo, autrice di "Il corpo delle donne", e Caterina Cavina ("La merla"). Presenta la giornalista Annamaria Crispino.
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Il quadro delineato da Lorella Zanardo, autrice di "Il corpo delle donne", e da Caterina Cavina, scrittrice di "La merla" e "Le ciccione lo fanno meglio", sull'attuale condizione della donna in Italia è disperata: il nostro paese è, per citare solo un dato, 84° al mondo per presenza femminile nei c.d.a. e un recente studio del Censis attribuisce questa arretratezza al disinteresse da parte dei pariti politici di entrambi gli schieramenti su questi temi.
Ma se i politici non si preoccupano o si interessano, diversamente fa la popolazione come dimostrano i ragazzi e le ragazze che Lorella Zanardo ha incontrato nelle scuole o le 4 milioni di persone che hanno visto il suo documentario.
È un problema di identità e di rappresentazione che non riguarda solo le giovani ma anche le meno giovani (si è mai vista in TV una donna matura non rifatta?) che vengono inglobate e bloccate in stereotipi sterili: Caterina Cavina ha raccontato a tal proposito l'imbarazzo dei programmi televisivi, in cui è stata ospite per promuovere il suo libro, nel concepire e mostrare una donna non magra.
Per superare tutto questo si è sottolineata la necessità di essere intransigenti e intolleranti nei confronti di ogni forma di discriminazione, di ogni immagine o parola offensiva nei confronti del femminile anche a costo di risultare impopolari. La televisione, infatti, è un diritto, la soluzione non è spegnerla ma cambiarla.

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