10/09/2011
Colin Thubron con Daniele Bresciani
2011_09_10_223
A volte, 'quando l'uomo si parte', gli altipiani della Via della seta si schiudono ai nostri occhi come l'immagine di un sogno; ed è sempre lo stesso sogno d'Asia che ammalia il viaggiatore occidentale, un richiamo che dai tempi di Marco Polo popola tanto il nostro immaginario quanto i testi di Colin Thubron ("Oltre la muraglia", "Il cuore perduto dell'Asia", "Verso la montagna sacra"), autentico gigante della letteratura di viaggio. In compagnia del giornalista Daniele Bresciani, il narratore e documentarista inglese, storico collaboratore di prestigiose testate internazionali ("The Times", "The New York Times") e presidente della Royal Society of Literature, racconterà al pubblico l'amore per la libertà che lo ha spinto fino ai più remoti deserti dei Tartari.
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Un altro viaggio tra le parole e le testimonianze dell'instancabile viaggiatore, scrittore e documentarista inglese Colin Thubron.
Nel raccontare l'Oriente, l'autore mescola il continuo desiderio di partire verso mete inesplorate con la voglia di ritornare e condividere le proprie esperienze con gli altri. Cinque settimane in Tibet, meta scelta dallo scrittore in memoria della madre scomparsa, hanno rappresentato un percorso spirituale e di silenzio, che ha poi fornito il materiale per il libro "Verso la montagna sacra".
La volontà di viaggiare per scrivere e testimoniare continua a spingere Thubron a spostarsi in luoghi differenti dalla propria realtà occidentale e a confrontarsi con nuove culture. Caratteristica dei suoi itinerari è la mancanza della macchina fotografica in valigia: non scatta foto per evitare di essere considerato una spia, un turista, un estraneo. Dopo il viaggio, l'autore torna sempre diverso da quando era partito. E al pubblico consiglia: «Viaggiate, spostatevi e condividete!».
Nel raccontare l'Oriente, l'autore mescola il continuo desiderio di partire verso mete inesplorate con la voglia di ritornare e condividere le proprie esperienze con gli altri. Cinque settimane in Tibet, meta scelta dallo scrittore in memoria della madre scomparsa, hanno rappresentato un percorso spirituale e di silenzio, che ha poi fornito il materiale per il libro "Verso la montagna sacra".
La volontà di viaggiare per scrivere e testimoniare continua a spingere Thubron a spostarsi in luoghi differenti dalla propria realtà occidentale e a confrontarsi con nuove culture. Caratteristica dei suoi itinerari è la mancanza della macchina fotografica in valigia: non scatta foto per evitare di essere considerato una spia, un turista, un estraneo. Dopo il viaggio, l'autore torna sempre diverso da quando era partito. E al pubblico consiglia: «Viaggiate, spostatevi e condividete!».