10/09/2011

CHE ASPETTO HO? Serata su Bruno Schulz

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«Di tanto in tanto mi guardo nello specchio. Che cosa strana, ridicola e dolorosa! Non mi vedo mai en face, faccia a faccia. Ma un po' più dentro, un po' più lontano, sto là, in fondo allo specchio (...) sto là pensieroso e guardo di lato». Bruno Schulz, di nazionalità ebraica e di lingua polacca, nacque a Drohobycz, dove visse per quasi tutta la vita. La sua prima forma di espressione artistica fu il disegno. Schulz ragionava per immagini: alcune volte queste trovavano una forma letteraria, altre pittorica; spesso si completavano efficacemente. Il racconto di Francesco M. Cataluccio (curatore dell'edizione italiana di "Le botteghe color cannella") e dell'attore Olek Mincer, tra letture e proiezioni di disegni di Schulz, cerca di restituirci il volto di questo scrittore per molti ancora misterioso che ha influenzato e attratto scrittori e artisti come Witold Gombrowicz, Tadeusz Kantor, Bohumil Hrabal, Cynthia Ozick e David Grossman.
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Italiano
L'opera di Bruno Schulz è un mondo fuori dal tempo, come i quadri di Chagall. Cittadino polacco, ebreo (viveva a Drohobycz, città dell'impero austroungarico), i suoi disegni erano spesso caricaturali (gnomi, esseri dalla testa minuscola...) e rispecchiavano il suo stato d'animo: furtivo nella vita, Schulz cercava l'annichilimento. Non necessariamente suicidio, ma «tendenza a non essere nel suo essere». Non c'è in Schulz un senso kafkiano di colpa, anche se il suo rapporto con la fidanzata Józefina Szelińska ricorda quello dello scrittore praghese con Felice Bauer (ed essi tradussero insieme anche "Il processo" kafkiano). Nelle poche foto rimaste, vediamo uno Schulz mite, dall'espressione triste, spesso in pantofole: ecco allora che i suoi numerosi disegni rappresentano il desiderio di darsi un aspetto. Questa ansia interiore però non deve indurci a credere che l'artista fosse un io poetico isolato dal resto del mondo; frequentava infatti importanti intellettuali a lui vicini e non si contano gli artisti che furono da lui influenzati.

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