11/09/2011

UNITÀ E DISUNITÀ D'ITALIA

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Il nostro paese ha compiuto centocinquant'anni di vita: quanti gliene restano ancora? In un anno di celebrazioni in cui numerosi si sono susseguiti gli interventi sul valore dell'unità nazionale in relazione allo sviluppo del nostro paese dal 1861 ad oggi, è forse mancata una riflessione di prospettiva su questi stessi temi. Ha senso oggi pensare o immaginare un destino italiano, un futuro che possiamo pensare come propriamente nostro? C'è ancora una forza propulsiva nell'idea di Italia o dobbiamo attenderci un suo progressivo declino? Proprio partendo dall'analisi del punto di arrivo del percorso unitario fin qui svolto, Ernesto Galli della Loggia e Aldo Schiavone si confrontano su quello che ci aspetta come comunità nazionale. Presenta gli autori di "Pensare l'Italia" il giornalista Bruno Manfellotto.
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Italiano
"Pensare l'Italia", il libro di Ernesto Galli della Loggia e Aldo Schiavone era al centro del dibattito "Unità e disunità d'Italia" a Palazzo di San Sebastiano. Il Paese ha compiuto centocinquant'anni di vita, però sembra che la democrazia e la statalità siano in pericolo. Secondo Aldo Schiavone, «abbiamo costruito l'Italia in un momento critico della storia e quando il sistema dei partiti è crollato, questo ha creato un vuoto politico e istituzionale della macchina democratica». Perciò, sottolinea: «non mi sembra più il tempo di colmare questo vuoto ma è il momento di creare nuove strade, cercare delle vie nuove che non siano riconducibili con le strade classiche della statalità».
Invece, secondo Ernesto Galli della Loggia, «le cose fondamentali sono già state inventate, però noi dobbiamo metterci in testa che costruire uno stato è importante perché così non possiamo andare avanti». La crisi di immaginazione politica, come la chiama il giornalista rende difficile la creazione di qualcosa di tutto nuovo. E quindi dopo 150 di vita, l'Italia è alla vigilia di trasformazioni grandissime o di fronte al suo declino?

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