05/09/2012
Seamus Heaney con Massimo Bacigalupo
2012_09_05_011
Nel discorso pronunciato per il conferimento del Premio Nobel nel 1995, Seamus Heaney ha affermato che la poesia risponde in maniera compiuta e degna a due esigenze profonde e dolorose dell'uomo: «il bisogno, da un lato, di dire la verità, dura e punitiva; dall'altro, di non indurire la mente al punto di rinnegare il proprio desiderio di dolcezza e di fiducia». In un legame fecondo e indissolubile con la sua terra, Heaney ("Una porta sul buio", "District e Circle", "Catena umana") ha prestato la voce alle cause dell'indipendentismo irlandese e insieme ha proseguito una ricerca più lirica, attraverso una lingua diventata poetica «quando le mie radici si sono intersecate con le mie letture». Lo incontra il critico letterario Massimo Bacigalupo.
Con il contributo di Irish Literature Exchange.
L'evento 011 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma.
Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Piazza Castello.
L'evento 011 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma.
Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Piazza Castello.
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Quello che si è svolto al Palazzo di San Sebastiano è stato qualcosa di diverso sia da un semplice incontro di poesia sia da una semplice intervista. Il dialogo tra il poeta irlandese Premio Nobel Séamus Heaney e il traduttore e curatore di molti suoi lavori Massimo Bacigalupo ha saputo impregnare di semplicità, nel senso più caloroso del termine, tutta l'atmosfera dell'incontro. In quella che sembrava essere una tranquilla conversazione tra amici, allargata e condivisa, si è parlato di Séamus Heaney e delle sue radici, immerse nella sua terra d'Irlanda. L'amore e l'attaccamento per la terra sono della poesia di Heaney l'elemento fondamentale, se vogliamo primordiale, dal quale prendono vita e senso una saggezza spontanea e un'ironia affettuosa. Ed è proprio grazie a queste radici ancorate in un mondo ancora semplice che il rapporto con la grande letteratura non diventa mai accademico, ma resta un dialogo aperto e non distaccato dal quale si ricavano sempre nuove ricchezze (Heaney nella sua vita ha anche insegnato Letteratura in alcuni delle più prestigiose università del mondo anglofono, come Harvard e Oxford). Quando si parla di grande letteratura, in questo caso non possono che venire citati i grandi irlandesi come Yeates o Joyce, per poi finire a proposito di Irlanda a parlare delle lotte per l'indipendenza. L'esperienza di Heaney formalizzata nelle sue poesie esprime sempre vicinanza alla sua terra, e la consapevolezza che proprio dal rapporto con la propria terra gli irlandesi traggono forza (come il gigante Anteo, a cui sua madre Gea restituiva le forze quando veniva in contatto con lei). In tutto questo, lo slancio verso l'alto e la meraviglia che la poesia permette di testimoniare restano per Heaney ciò che ci difende e ci ripara, ed è per questo che è di capitale importanza difendere e riparare la poesia. Durante l'incontro il poeta ha poi letto sei poesie da diverse raccolte, e la storia di quelle immagini e le sensazioni descritte hanno reso ancora più chiaro il concetto di necessità della poesia per Heaney. Sintetizzando e citando il poeta stesso, mentre Robert Frost aveva affermato che una poesia arresta momentaneamente il caos, Heaney è convinto invece che una poesia arresti momentaneamente l'estinzione.