07/09/2012
IGNORANTI SI DIVENTA
2012_09_07_083
«Avere a disposizione miliardi di informazioni non equivale a comprenderle, né a saperle usare correttamente: al contrario, il rumore di fondo può diventare un ostacolo all'uso dell'intelligenza critica». Secondo Fabrizio Tonello, professore di Scienza politica all'Università di Padova e autore di L'età dell'ignoranza, l'accento è stato spostato dalla conoscenza alla tempestività, nuovo punto di forza di giornali, televisioni e social network e, parallelamente, i giovani hanno smesso di riflettere criticamente, lasciando spazio a cliché, stereotipi e informazioni superficiali. Insieme al filosofo Roberto Casati, Tonello s'interroga su quali sono le possibili vie per contrastare questo impoverimento culturale che mina le basi della nostra democrazia.
L'evento 083 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Teatro Ariston.
L'evento 083 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Teatro Ariston.
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Viviamo in una sorta di paradosso: rispetto al passato abbiamo a disposizione un numero moltissime volte maggiore di informazioni, ma nonostante ciò queste spesso non riescono ad aiutare la vera comprensione degli avvenimenti a cui si riferiscono. Aumenta il numero delle notizie, ma non la loro qualità, il loro grado di approfondimento. Si tratta solo di una proliferazione di copie. Basti pensare a come, qualsiasi evento rilevante succeda oggi nel nostro Paese, oltre ai classici mezzi di informazione, dai quotidiani ai telegiornali, venga subito 'ripreso' attraverso blog, facebook, twitter e altri social network, moltiplicandone il messaggio, dandogli un'eco tale da riuscire a raggiungere un maggior numero di persone possibile, ma non riuscendo a entrare in profondità. Una strategia perfetta per il mondo della pubblicità, per creare passaparola, dare risonanza a un prodotto, farlo diventare in qualche modo famigliare, ma che può diventare controproducente per altri tipi di informazioni: così si crea anche un rumore di fondo che diventa un ostacolo, un rallentamento a chi vuole approfondire, andare oltre la notizia.
Spesso insomma le nuove tecnologie, così hanno sostenuto durante il loro incontro Fabrizio Tonello, autore di "L'età dell'ignoranza", e il filosofo Roberto Casati, non sono altro che cassa di risonanza delle notizie dei giornali. Modi per dimostrare il proprio consenso o dissenso, la propria indignazione anche, ma senza creare un dibattito che riesca ad aggiungere qualcosa a quanto già detto, che dia un valore diverso rispetto ad epoche in cui non c'erano che poche fonti divulgative. Beninteso, soprattutto per la cronaca questi nuovi canali sono fondamentali. In più di un caso è stato attraverso riprese personali o blog di denuncia che si è riusciti a convogliare l'attenzione dei media su un particolare avvenimento, in qualche occasione riuscendo anche ad arrivare a una verità che forse, da soli, i mezzi di informazione classici non sarebbero riusciti ad individuare.
La costante corsa alla 'tempestività' (sui socia network sembra si gareggi per eleggere il primo, il più veloce a riprendere una data notizia) lascia però spazio a un continuo zapping, a una superficialità delle informazioni che può andar bene per le pure cronache in diretta, ma non per dare, e insegnare ai giovani, ad avere uno sguardo critico, leggere dentro le righe, riuscire a proporre un proprio contributo senza limitarsi a riprendere quello altrui, seguendo solo cliché, retwittando solo commenti altrui.
Per questo Tonello non vede come un'urgenza l'immediato utiizzo di nuovi dispositivi digitali tra i banchi di scuola. Non è questa la soluzione al problema della qualità dell'istruzione italiana: prima di tutto è necessario formare i ragazzi fornendogli insegnanti migliori e magari, rimanendo in tema Festivaletteratura, facendogli leggere libri durante l'orario scolastico. Concedergli quel tempo potrebbe aiutare a capire che la lettura non è soltanto un lusso.