07/09/2012

Alain Keler con Daniele Protti

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Cosa spinge un fotoreporter a rischiare la sua stessa vita pur di immortalare la realtà della guerra e dei luoghi dimenticati? Sicuramente una grande passione per l'umanità, unita al dovere di cronaca e a un indefesso spirito di avventura. Alain Keler collabora da trent'anni con le più rinomate agenzie di stampa internazionali e ha firmato reportages sui drammi della Cecenia e del Kosovo, concentrando la sua attenzione sulle minoranze etniche dei calmucchi, degli ebrei d'Ucraina e dei Rom. Il suo stile si è imposto negli anni come un impareggiabile crocevia tra ricerca antropologica e giornalismo. Lo incontra il giornalista Daniele Protti.
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Immortalare il dramma umano per renderlo visibile al mondo. Alain Keler, uno dei più grandi fotoreporter a livello internazionale, è riuscito a cogliere, attraverso le sue fotografie, il lato umano delle vicende che ha seguito per diverse agenzie di stampa nel corso di una carriere professionale trentennale. Il fotografo francese ha quindi saputo creare un fil rouge nella sua opera giornalista, che va sempre nella direzione della ricerca di immagini 'da leggere', cosa che ha messo in pratica in tutte gli eventi che ha coperto: dal conflitto israelo-palestinese ai drammi della Cecenia e del Kosovo, dai problemi vissuti dalle minoranze etniche (calmucchi, ebrei d'Ucraina e Rom) nell'Est Europa al 'silenzi' di sua madre, di cui ha immortalato la vecchiaia e la malattia in un autentico capolavoro umano e artistico. A intervistare il fotoreporter francese, nell'aula magna dell'Università, è stato Daniele Protti, direttore de "L'Europeo", rivista per cui lo stesso Keler ha lavorato e continua a lavorare. «Nel mio lavoro nei paesi dell'Est ho potuto notare come siano pervasi da un'ondata di nazionalismo esasperato: dopo la caduta del Muro di Berlino la libertà riacquisita ha portato a eccessi inimmaginabili, che hanno preso connotati razzisti e persecutori verso le minoranze etniche e per questo sono molto preoccupato» ha spiegato il fotoreporter francese. 

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