09/09/2012

NEL MEZZO

2012_09_09_203
Un lungo tempo di scelte differite o che vengono prese male. La storia di un'identità riconquistata. Il profumo e la meraviglia di una terra aspra e dura. Un'epica isolana. Marcello Fois legge, il sassofono di Gavino Murgia lo accompagna. Da "Nella terra di mezzo".
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Italiano
Vincenzo Chironi ha dentro di sé lo stesso paesaggio interiore di Giovanni Drogo: un "Deserto dei Tartari", che lo porta a mille pensieri, mille paranoie, ma gli impedisce di agire. Una storia familiare popolata da personaggi eclettici, un "Cent'anni di solitudine" al contrario, la ricomposizione di una famiglia smembrata dalla malasorte. Marcello Fois legge il suo romanzo "Nel tempo di mezzo" al teatro Ariston, accompagnato dal sassofono orientaleggiante di Gavino Murgia. Brani del romanzo alternati a musiche ipnotiche ed evocative di una terra aspra e bruciata dal sole, sembra di ascoltare le cicale in un caldissimo pomeriggio d'estate. Sullo sfondo del romanzo c'è la Sardegna, con la sua gente, le loro radici e il loro modo di essere. Il protagonista approda sull'isola mentre il mondo fuori combatte la seconda guerra mondiale, e si trova subito a fare i conti con le cavallette, le zanzare ed una devastante malaria nella città di Nuoro. Amori nati in giovinezza svaniscono senza motivo, insieme alle domande senza risposta che martellano continuamente l'animo dei personaggi durante tutta la storia. I suoi familiari sono uomini divisi in mille pezzi, senza una casa, senza un posto del cuore, che lottano contro se stessi per trovare la loro identità, per capire qual è la loro strada.
In un arco di tempo che dura trent'anni la storia della famiglia approda in un tempo nuovo, più concreto, ma privo di quelle risposte che ancora assillano l'esistenza.

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