05/09/2013

DI PANCRAZI, AQUILEGIE E OSMUNDE REGALIS

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«I giardinieri scrivono... tolgono gli stivali, sfilano i guanti, scrollano il pullover e aprono un diario. Potano gli appunti e vangano; innestano frasi e annaffiano». Maria Laura Beretta, autrice di Specimens, e Guido Giubbini, storico dei giardini ("Storie di giardini") e curatore della rivista "Rosanova", raccontano di fiori e piante dai nomi antichi, incontrati nei lori numerosi viaggi. Li incontra la giornalista Emanuela Rosa-Clot. Interviene Renata Casarin, vicedirettore del Museo di Palazzo Ducale.

In collaborazione con la Direzione di Palazzo Ducale di Mantova. Il biglietto d'ingresso all'evento comprende la visita al museo.
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Italiano
«Il fiume Ortolo scorre piano sotto una galleria di ontani e di pioppi nell'ultimo tratto prima del mare, attraversando la piana di Erbaggio. Passare sotto la galleria degli alberi con i piedi nell'acqua bassa, camminando sulla sabbia tra ceppi e tronchi affondati è la via obbligata per sopravvivere alla calura dopo un'interminabile escursione...» 
Maria Laura Beretta affida a questa citazione la sua quarta di copertina, e leggendola sembra proprio che strizzi l'occhiolino, sembra che l'abbia fatto apposta. Apposta perché il contesto nel quale si svolge l'evento non è una verde galleria naturale, ma una splendida galleria di Palazzo Ducale di Mantova; apposta perché questa sala è la Galleria dei Fiumi; apposta perché è proprio dall'acqua che nasce la vita e la colma di energia, forza e colore; apposta perché proprio in questa sala si rincorrono giardini in aria affrescati e il giardino pensile appena al di là delle porte-finestre. Agli occhi e alle menti sveglie questo gioco di rimandi non può non essere ormai chiaro: qui tutto ormai parla di piante e fiori, di giardini e luoghi dell'anima e del ricordo. Il contesto quindi diviene perfetto contenitore per un contenuto leggero e impalpabile proprio come possono esserlo i 'fiori'. 
E i 'giardini' sono stati i protagonisti di questo piacevole incontro con i coniugi Guido Giubbini e Maria Laura Beretta, e moderato dalla giornalista Emanuela Rosa-Clot. Li accomunano passioni declinate e coltivate in modi e atteggiamenti diversi. Lei, professoressa di lettere in pensione, si accosta al mondo naturale - soprattutto ai fiori - con fare leggero e delicato, dando spazio ai ricordi, alle sfumature, alle nostalgie - il fiore nel suo piccolo libretto "Specimens" assume quasi il ruolo della 'madeleine' per Proust. Lui, storico dell'arte e dei giardini, si pone di fronte al verde con piglio scientifico e autorevole di grande esperto e conoscitore - la sua importante enciclopedia in due volumi "Storie di giardini" è tra le opere del genere più autorevoli.
 "Specimens" potrebbe sembrare l'ennesima pubblicazione che accosta un fiore ad un personaggio, scivolando talvolta in voli pindarici e affinità assurde, tuttavia il piccolo lavoro della Beretta non cade e non inciampa in facili stereotipi greenfriendly, ma si riallaccia ad un filone di ben più consolidata tradizione letteraria: alle nugae o bagatelle, ai quei testi apparentemente semplici e scorrevoli ma che lasciano trasparire quel bisogno di 'piccole cose personali', quella necessità di evasione con i propri ricordi. (Ed in fondo non era stato un certo Calvino a dedicare una sua lezione americana alla categoria della 'leggerezza'?). Ecco quindi che, proprio come la madeleine risveglia in Proust rimembranze e immagini vive e palpitanti, il fiore per Maria Laura Beretta diviene il 'mezzo magico', il 'passaporta' (come li ha definiti Emanuela Rosa-Clot) per entrare nel mondo del ricordo, di un ricordo che da personale, vicino e domestico - come le rudbeckie delle signorine Capelli, maestre del paese di Arena Po, si allarga sempre di più fino ad abbracciare paesi, uomini e viaggi lontani - come in Corsica o in una regione tra la Germania e la Danimarca dove portarono in regalo ad amici un 'anemone', in Catalogna o in Iran dove visitarono 'orti-giardino' di 'melograni e mandorli' circondati da corsi d'acqua. 
Viaggi affrontati con il marito, in un clima di ricerca e di studio, ma anche di conoscenza e apprendimento. Ricerca e studio perché Guido Giubbini i suoi giardini li ha visti dal vivo tutti, proprio come afferma la prefazione del suo libro «Una storia della storia del giardino raccontata per exempla»: li ha visti, ne ha inteso le loro più specifiche caratteristiche, ne ha appreso la storia e i possibili sviluppi, ha scoperto errori e false convinzioni figlie di una certa letteratura, e ne ha conosciuto i creatori, fino a scrivere la sua importante "Storia". Una Storia che non nasce granitica, rigida e immobile come possono essere le pubblicazioni di questo tipo (manuali di sola consultazione per lo studio), ma al contrario, nonostante il suo innegabile volume, si presenta e legge con semplicità e piacere perché scritta precedentemente sottoforma di singoli articoli (poi raccolti e organizzati) per la sua rivista "Rosanova". Sfogliando quest'opera e leggendone qualche parte se ne può subito cogliere il pregio e la mano dello storico d'arte che con parole leggere e godibili (nonostante il taglio ovviamente scientifico) sembra dipingere ciò che gli occhi hanno visto, regalando così al lettore la sensazione di essere davvero - anche solo per un istante - in quel giardino d'Oriente o nel parco di una villa inglese. 
In chiusura, prima di congedarsi, Maria Laura Beretta così come si è presentata - 'leggera e vagante' - saluta il pubblico con un delicatissimo regalo: il suo pensiero sui fiori di campo e i bouquet da sposa. Invita a riflettere sulla bellezza, il piacere e il significato di un gesto così semplice come il cogliere in fiore. «Avvicinarsi, guardarlo da vicino, toccarlo»: ecco, un'azione così banale racchiude in sè un'estetica estremamente complessa e raffinata.
 

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