05/09/2013
UN FUTURO PER LA SIRIA
2013_09_05_057
Padre Paolo Dall'Oglio, rifondatore del Monastero di Mar Musa nel deserto siriano, ha speso più di 30 anni a favore del dialogo islamo-cristiano, anche attraverso l'esperienza della Comunità monastica al-Khalīl. Dopo l'espulsione dalla Siria, nel 2012, sta dedicando molto del suo tempo a denunciare la barbarie che tormenta il popolo siriano e l'indifferenza colpevole della comunità internazionale. Oltre alla lotta di un popolo contro il suo dittatore, secondo Paolo Dall'Oglio, oggi in Siria «vediamo all'opera l'America post-Bush, il neo-sovietismo, le tensioni micidiali tra sunniti e sciiti, la confessionalizzazione di tutta la regione (...). E come tante altre società arabe, ci chiediamo quale potrebbe essere la compatibilità tra una politica islamista e una democrazia matura e pluralista». Sulle possibili soluzioni del conflitto siriano l'autore di Collera e luce si confronta con il giornalista Valerio Pellizzari.
L'evento "Un futuro per la Siria" ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma.
Originariamente era prevista anche la presenza di Paolo Dall'Oglio, mentre non era prevista quella di Shady Hamadi.
L'evento "Un futuro per la Siria" ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma.
Originariamente era prevista anche la presenza di Paolo Dall'Oglio, mentre non era prevista quella di Shady Hamadi.
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Italiano
Doveva esserci anche Paolo Dall'Oglio, insieme al giornalista Valerio Pellizzari, a parlare del futuro della Siria. Da quando l'evento è stato pensato sono però cambiate molte cose, sia in Siria, che nelle ultime settimane sta calamitando l'attenzione del mondo intero, sia nella stessa vita di Dall'Oglio, di cui proprio in quei territori si sono perse le tracce e sulla cui sorte non si hanno ancora notizie certe. L'evento, ancora più attuale, si è tenuto lo stesso, con il giovane attivista e blogger Shady Hamadi e concentrando inevitabilmente la discussione sull'attesa del possibile intervento esterno nel conflitto. Pellizzari e Hamadi hanno cercato sia di chiarire alcuni dei punti cruciali della questione, dalla presenza degli ispettori dell'ONU a un'interessante confronto con quella che fu la situazione in Kosovo, sia di incentivare riflessioni sulle questioni più discusse dall'opinione pubblica (qual è il limite, la linea rossa, oltre la quale è necessario un intervento esterno? Solo l'uso di armi chimiche? Perché non si è deciso di agire in maniera diversa e preventiva?). Due punti di vista diversi, quello di un esperto giornalista italiano e di un giovane attivista siriano, che hanno permesso al pubblico di approfondire quanto sta succedendo in Siria e comprendere quali possano essere alcune delle chiavi per far sì che il futuro della regione possa davvero essere di pace.