05/09/2013 - Pagine Nascoste

FIRST COUSIN ONCE REMOVED

2013_09_05_PN1930
di Alan Berliner, Stati Uniti, 2012, 78'

Anteprima italiana

Edwin Honig è stato un autorevole poeta e critico letterario americano, traduttore in inglese di Garcìa Lorca, Calderòn de la Barca e Pessoa. Ormai novantenne, sta però perdendo l'uso della parola e i suoi ricordi si confondono, malgrado resti una persona brillante, dotata di un raffinato senso dell'umorismo e dall'animo profondamente poetico. Suo cugino, il noto documentarista statunitense Alan Berliner, premiato con questo e i suoi film precedenti in tanti festival, ci presenta Edwin in questo commovente ritratto, raccogliendo le testimonianze anche dei figli ormai lontani, delle donne che ha amato, degli studenti che lo hanno ammirato. Una riflessione sulla fragilità dell'essere umano e sul ruolo decisivo della memoria nella vita di ognuno.
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Lo statunitense Edwin Honig (1919-2011) è stato poeta, traduttore, drammaturgo e docente ad Harvard dal 1957 al 1982. Colpito dal morbo di Alzheimer, ha perso progressivamente la memoria, conservando però grande interesse per il presente, senso poetico, ironia, giocosità e passione per la musica. Egli serba però intatti due vivissimi ricordi che rivive con dovizia di particolari: il primo risale a quando aveva tre anni e assistette alla morte del fratellino a causa di un incidente stradale; il secondo riguarda l'amatissima moglie Charlotte, morta prematuramente nel 1960.  Il suo cugino newyorkese Alan Berliner, regista cinematografico, nel corso degli ultimi cinque anni di vita di Honig, suo mentore, si reca periodicamente a fargli visita nella sua casa di Providence, dialoga con lui e realizza un film-documentario sui cambiamenti fisici e mentali causati dalla malattia; non sfrutta la situazione per seguire il corso della propria opera, ma con estrema delicatezza e profondo rispetto ci restituisce il ritratto di un uomo straordinario, con il suo eloquio ricercato ed elegante, le sue riflessioni profonde e inaspettate sul presente, sulla natura, sulle persone. Parenti ed amici sono chiamati a testimoniare e completare mediante interviste il ritratto di un uomo ormai senza passato', ma così profondamente coinvolto nel presente da autodefinirsi uno specchio' della realtà che lo circonda. Lo stile incisivo e provocatorio del regista raggiunge talvolta livelli sublimi: come quando, ad esempio, egli chiede al cugino se c'è qualcosa che vuole dire ai futuri spettatori delle riprese; e Honig risponde «Remember how to forget... no more».

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