05/09/2013

IL MEDITERRANEO IN DUE CITTÀ

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Il Cairo è una città percorsa dalla linfa della rivolta. Una città che nella sua piazza più grande si è radunata, tornando ad essere il centro dell'Egitto, e catalizzando l'attenzione di tutto il mondo arabo, e non solo. La scrittrice e fondatrice del Palfest Ahdaf Soueif ("Il Cairo") la vive oggi con trasporto, felice dei giovani che hanno raccolto il testimone dell'impegno civile in un tempo incerto. Gerusalemme, agli occhi della giornalista Paola Caridi ("Gerusalemme senza Dio"), è invece una città crudele, messa alla prova da eventi terribili che l'hanno costretta sempre a mutare il suo aspetto urbanistico, a ridefinire la propria identità, cancellando i ricordi più vicini. Due città, spesso in conflitto tra loro, che hanno segnato la storia di uno stesso mare sono raccontate al Festival dalla voce di due donne testimoni della loro storia più recente.
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Quello a cui ha assistito il pubblico a Palazzo D'Arco non è stato un semplice evento, bensì una chiacchierata tra amiche di vecchia data, due donne provenienti da due paesi diversi e che hanno vissuto realtà toccanti e delicate: la giornalista e scrittrice Paola Caridi e la scrittrice egiziana Ahdaf Soueif.
Nello stesso momento, neanche a farlo apposta, hanno scritto due libri, "Cairo" e "Gerusalemme senza Dio", romanzi onesti, che riportano il loro punto di vista: rispettivamente, di scrittrice e cittadina partecipe con i propri concittadini alle manifestazioni di Piazza Tahrir; e di giornalista e madre che ha vissuto per dieci anni in una città divisa, e che vuole sfatare il mito della "città santa", parlando della Gerusalemme araba e degli uomini e delle donne che ci vivono.
Le difficoltà nel descrivere due città così 'calde' si sono fatte sentire: negli anni, Gerusalemme si è chiusa sempre di più, e alle mura di cinta si è aggiunto il muro di separazione, che non solo separa palestinesi e israeliani, ma anche palestinesi da palestinesi; una città che ormai è diventata la 'Disneyland' della fede, che invece dovrebbe essere una città condivisa liberamente da tutti. Il Cairo, invece, era sempre più sfruttata e triste a causa di una migrazione di massa forzata verso le città satellite, progettata da Gamel Mubarak, figlio di Hosni Mubarak, in modo da svuotare la città e costruire grattacieli ovunque, nello stile di Dubai, entro il 2050. L'unico ostacolo al piano urbanistico era rappresentato dai cittadini poveri, che furono rimossi con la forza. Questa fu una della cause scatenanti della rivoluzione, la volontà di proteggere i meno abbienti e fermare la crudele macchina dello Stato, che remava contro il suo stesso popolo.
Un futuro incerto si prospetta per le due città, altri ostacoli e purtroppo molto sangue innocente verrà versato. Come cittadini di mondo dobbiamo sperare, non tacere davanti alle ingiustizie e non smettere mai di lottare per i nostri diritti.

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