05/09/2013

LA MUSA DEI TAROCCHI: STORIA DI CARTE E DI DESTINI

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I tarocchi sono antichissimi e suscitano grande interesse per l'ambiguità e stratificazione dei loro sensi, a cui vengono fornite interpretazioni diverse e dissonanti. Una storia delle carte come immagine del destino tra letteratura e musica, dai tarocchi dei Visconti, che ispirarono Italo Calvino per il progetto combinatorio di "Il castello dei destini incrociati", passando per "Carmen" e per i sagaci commentari di Boiardo.
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Semplici carte? Assolutamente no. Al giorno d'oggi, complici indovini, cartomanti e fattucchieri vari, i tarocchi sono considerati tra gli strumenti magici per eccellenza, usati per prevedere il futuro e il destino di coloro che li interrogano. Ma Luca Scarlini, nella suggestiva cornice del Teatro Bibiena, non è qui per celebrare i loro presunti poteri esoterici, bensì per raccontarne la vera storia... e demolire qualche preconcetto.
 Ciò che non tutti sanno, infatti, è che i tarocchi, nella loro lunga storia, hanno avuto varie funzioni, anche molto diverse tra loro. Ad esempio, incredibile ma vero, sono nati come carte da gioco, sebbene il modo in cui erano decorate fosse tutt'altro che semplice: alla corte degli Este nel 1500, l'oro era il colore dominante per la superficie di questi oggetti che costituivano un ricchissimo passatempo per gente ricca. Non solo divertimento e svago, però. La dimensione ludica dei tarocchi era utilizzata con una funzione didattica, per insegnare ai bambini la storia, la geografia, la retorica o la teologia in modo più chiaro e diretto, oppure per raccontare episodi, anche contemporanei; nel ‘700 i tarocchi venivano usati per insegnare la musica; un'altra pratica usuale, inoltre, era 'appropriare' i tarocchi, cioè dedicarli a una persona in particolare, a volte addirittura rappresentandola fisicamente sulla carta. 
Ma ecco che, a un certo punto della storia, i tarocchi acquistano una connotazione esoterica, grazie ad uno scritto di un autore parigino che li definisce come le pagine del libro di Toth, opera degli antichi Egizi. Da allora, le teorie misteriche iniziarono a proliferare, con riferimenti anche alla cabala ebraica e all'astrologia, e i tarocchi ebbero un successo e una diffusione ancora più grande, perché erano diventati espressione misteriosa di un passato sconosciuto, e grazie alla loro inesplicabilità si prestavano alle teorie più disparate. Il fascino di queste carte e delle loro ermetiche immagini, inoltre, contagiò più di un artista: tra gli altri, Charles Dickens, Georges Simenon, Joseph Roth e, naturalmente, Italo Calvino, con "Il castello dei destini incrociati". 
Questo viaggio alla scoperta dei misteri dei tarocchi si conclude con una citazione musicale da una canzone di Sanremo, "Re di denari" di Nada: «La vita è un gioco, mischia le carte, ride chi vince, chi perde piange, ma la partita è solo una; nella vita ci vuole fortuna, una rivincita non ci sarà».

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