06/09/2013
PSYCOWRITING
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Non scrive per piacere ai lettori, anche se a oggi, con le sue graffianti opere di narrativa ("Dr. Mukti e altre sventure", "Una sfortunata mattina di mezza estate") e con alle spalle una brillante carriera giornalistica e televisiva, il londinese Will Self, classe 1961, non fa che raccogliere consensi unanimi di pubblico e di critica. "Ombrello", il suo ultimo romanzo, risale il crinale della letteratura anglosassone fino a Joyce e al Modernismo e figura tra i finalisti del Booker Prize 2012. Lo incontra sul palco il connazionale Peter Florence, direttore del Festival di Hay.
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«Una volta ero un borghese ordinario e comune. Ma voi che usate i social network, non ditelo in giro, altrimenti la mia reputazione è rovinata, e poi chi ci rimette più piede a Londra?». L'incontro con Will Self si preannuncia interessante. Un autore eclettico, che si è cimentato nelle più diverse forme di scrittura e di comunicazione: racconto breve, romanzo, giornalismo, televisione. Come afferma Peter Florence, che lo affianca e lo intervista, è difficile riassumere i suoi 25 anni di carriera in poche parole. Forse i tratti essenziali che riecheggiano all'interno della sua produzione artistica sono tre: la preoccupazione per la sanità mentale e per la mente in generale, l'interesse per il funzionamento del corpo umano e l'attenzione verso il linguaggio 'demotico', popolare.
Self dichiara che la sua scrittura non tende a rispecchiare la realtà come nel naturalismo, né ad inventare mondi alternativi come nel genere fantastico, bensì si ispira ad autori come Svevo, Calvino, Borges e Kafka, capaci di creare mondi immaginativi e fittizi, che però incorporano un'intrinseca verità grazie alla loro coerenza interna. Le storie di Will Self nascono direttamente dalla vita, dalla sua confusione e dal suo perenne tumulto. «My life is always now!», la sua vita, insieme a quella di ogni persona in questo universo, è adesso, non ieri; per questo motivo il suo ultimo romanzo, "Ombrello", rielaborazione e forse summa di tutte le idee che lo accompagnano da quando ha iniziato il suo percorso letterario, è scritto al presente. Ma l'autore non corre certo i rischi della sua protagonista Audrey Death, afflitta non solo da encefalite letargica ma anche da una sorta di morte vivente. L'importanza data ai suoni e alla musicalità della prosa, la profondità e la qualità della sua scrittura lo rendono tutt'altro che piatto e noioso. Anzi, Will Self è convinto che la letteratura stia rischiando di morire proprio perché gli autori trascurano il corpo, la corporeità dell'uomo: «Nella letteratura, tutti sono innamorati e nessuno va mai in bagno». Ma di certo, la buona letteratura (e quella di Self) ci insegna che ogni aspetto della vita umana va raccontato.
Self dichiara che la sua scrittura non tende a rispecchiare la realtà come nel naturalismo, né ad inventare mondi alternativi come nel genere fantastico, bensì si ispira ad autori come Svevo, Calvino, Borges e Kafka, capaci di creare mondi immaginativi e fittizi, che però incorporano un'intrinseca verità grazie alla loro coerenza interna. Le storie di Will Self nascono direttamente dalla vita, dalla sua confusione e dal suo perenne tumulto. «My life is always now!», la sua vita, insieme a quella di ogni persona in questo universo, è adesso, non ieri; per questo motivo il suo ultimo romanzo, "Ombrello", rielaborazione e forse summa di tutte le idee che lo accompagnano da quando ha iniziato il suo percorso letterario, è scritto al presente. Ma l'autore non corre certo i rischi della sua protagonista Audrey Death, afflitta non solo da encefalite letargica ma anche da una sorta di morte vivente. L'importanza data ai suoni e alla musicalità della prosa, la profondità e la qualità della sua scrittura lo rendono tutt'altro che piatto e noioso. Anzi, Will Self è convinto che la letteratura stia rischiando di morire proprio perché gli autori trascurano il corpo, la corporeità dell'uomo: «Nella letteratura, tutti sono innamorati e nessuno va mai in bagno». Ma di certo, la buona letteratura (e quella di Self) ci insegna che ogni aspetto della vita umana va raccontato.