07/09/2013
FILOSOFIE PER IL CAMBIAMENTO
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I luoghi decisionali sempre più lontani dalle necessità della vita, la perdita di autorevolezza della politica istituzionale, l'invadenza dell'informazione, l'affanno dato dalle continue emergenze... tutte situazioni che fanno sentire impotenti e rinunciatari. Immaginare come cambiare le cose è sempre più difficile, ma la filosofa australiana Mary Zournazi ("Tutto sulla speranza. Filosofie per il cambiamento") vuole restituire alla "speranza" il ruolo concreto di linfa del cambiamento. Per fare questo, ha intervistato noti pensatori e pensatrici di tutto il mondo, chiedendo loro di donare all'umanità filosofie che alimentino la speranza e diano indicazioni pratiche per il cambiamento. Zournazi ne discute con i filosofi Giacomo Marramao e Riccardo Panattoni.
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Mary Zournazi è l'autrice di un libro di cui, sono i molti a sostenerlo, si sentiva il bisogno. Un libro, "Tutto sulla speranza. Filosofie del cambiamento", che si incammina sul difficoltoso sentiero della ricerca di soluzioni ai problemi più urgenti della nostra società e lo fa appellandosi a un concetto tanto filosofico quanto privato quanto sociale e politico.
Insieme all'autrice australiana, sono intervenuti i filosofi Riccardo Panattoni e Giacomo Marramao. Il primo ha sottolineato quanto l'indagine del libro sia mossa da un coraggio tutto femminile (il tema sembra inspiegabilmente trascurato da gran parte della tradizione filosofica) e si dipani in svariate direttrici, perché la speranza ha a che vedere con le nostre attese ma tocca anche tutto ciò che noi possiamo fare per uscire da situazioni di crisi, di qualunque natura siano. Inoltre, è un'istanza che nel libro viene associata alla nascita, come qualcosa che continua a sopravvivere nonostante le morti e le 'fini' in generale; viene associata a uno stato di trance che libera da se stessi e pone a diretto contatto col mondo; la speranza infine contrasta l'evidenza, perché non riesce ad arrendersi a quella stessa realtà in cui comunque ci conduce.
«Non amo il concetto di speranza - ha detto Marramao - perché quando si comincia a sperare significa che siamo proprio messi male. Lo diceva anche Spinoza: come la paura, è una passione triste, che non ci anima». C'è un però: la crisi attuale sembra consistere in una incapacità di cogliere i cosiddetti 'segni' del nostro tempo. Ecco perché, forse, nemmeno la speranza può salvarci. Se invece fossimo in grado di non giudicare più i fenomeni alla luce di categorie obsolete, forse ritroveremmo la speranza. Un esempio su tutti: «Non si può pretendere che Destra e Sinistra siano quelle che abbiamo conosciuto nel Novecento: se comprendiamo questo, evitiamo di dichiararne una morte che a mio avviso non è reale».
Nel libro, l'autrice ha dato vita a veri e propri dialoghi con pensatori e pensatrici di tutto il mondo, nei quali si riflette sul processo di formazione della conoscenza e sulla condivisione del concetto di speranza. Ha detto «È necessario un ripensamento del concetto affinché diventi un modo per capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel nostro tempo. Ci troviamo come su una soglia e la speranza può condurci verso la luce o verso il buio»: a noi la scelta.