07/09/2013

UNA STORIA DELL'ITALIA REPUBBLICANA

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È una storia ancora breve quella dell'Italia repubblicana, forse troppo vicina e viva per tentarne la sintesi. Guido Crainz - attraverso "Storia del miracolo italiano", "Il paese mancato" e l'ultimo "Il paese reale" - ha cercato invece di ricostruire un quadro d'insieme del percorso compiuto dall'Italia dalla fine del fascismo ad oggi, cercando di individuare le radici dell'attuale crisi di sistema. Nel rileggere questi settant'anni di storia, Crainz sottolinea in particolare la persistente incapacità dello Stato nel governare lo sviluppo, l'assenza di una rilevante componente laica e democratica nel confronto politico, e la sordità assoluta della classe dirigente rispetto alle istanze di rinnovamento pur emerse a più riprese nel corso degli anni. Per questo l'Italia «ha sempre pagato prezzi esagerati per diventare normale», come scriveva lo storico Silvio Lanaro, recentemente scomparso, che avrebbe dovuto essere presente a questo incontro che vogliamo oggi dedicargli. Dialoga con Guido Crainz il giornalista Roberto Napoletano.

L'evento "Una storia dell'Italia repubblicana" ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Roberto Napoletano sostituito in seguito da Marino Sinibaldi.
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Italiano
Storia della contemporaneità, si potrebbe definire così il genere di libri di cui si occupa lo storico e giornalista Guido Crainz, in particolar modo con i suoi "Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni ottanta" e "Il paese reale. Dall'assassinio di Moro all'Italia di oggi", in cui affronta le vicende, ancora brevi, dell'Italia repubblicana. Cercando di individuare le radici dell'attuale crisi, intervistato dal giornalista radiofonico Marino Sinibaldi, Crainz ha ripercorso alcuni degli eventi, e aneddoti, più importanti degli ultimi sessant'anni della storia italiana: il miracolo economico straordinario del dopoguerra; gli anni sessanta, pieni di partecipazione civile; l'incapacità dimostrata di essere maturi sfociata nel decennio seguente per poi passare all'«innovazione senza progresso» degli Ottanta, in cui sono ripresi ad aumentare i tassi di diseguaglianza sociale e più che di riforme si è cominciato a parlare di 'contro-riforme'. E ancora la discesa in campo di Berlusconi, in un modello che, pur andando più volte in crisi, non sembra ancora aver trovato una vera, e nuova, evoluzione dal 1994 ad oggi, arrivando alle ultime elezioni, segnate dall'ascesa di Beppe Grillo.  Un incontro interessante e pieno di spunti, che ha riletto avvenimenti più o meno noti che hanno segnato la nostra storia, dai referendum ormai quasi dimenticati del 1995 alla vittoria di Giuliano Pisapia come candidato sindaco di Milano, da molti vista come la vera e propria fine di una fase politica cominciata oltre trent'anni prima. Vera e propria storia della contemporaneità, per riflettere e provare a capire quale sarà la storia del futuro che ci aspetta. 

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