07/09/2013
AUTOMI
2013_09_07_150
dagli 11 ai 14 anni
Vincitore con "La meravigliosa macchina di Pietro Corvo" del premio Andersen, Guido Quarzo, grazie a immagini e fotografie, ci presenterà gli automi ispiratori della sua storia. Scopriremo così come la scienza e l'arte, insieme, abbiano creato macchine dalle sembianze umane che sapevano suonare, ballare, respirare. E animali identici a quelli reali, capaci nel caso della gallina, anche di fare le uova.
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Italiano
Attraverso la voce incalzante di Vera Salton e la magica storia ideata da Guido Quarzo, gli spettatori hanno avuto l'occasione di immergersi nella Torino del Settecento. Attraverso immagini proiettate, Guido, autore del libro "La meravigliosa macchina di Pietro Corvo", ci ha fatti viaggiare nella realtà dell'epoca, facendoci immedesimare nella storia.
Pietro Corvo, anziano orologiaio senza moglie o figli a cui lasciare l'attività, decide di recarsi al Palazzo di Virtù per trovare un apprendista a cui insegnare l'arte del mestiere. L'orologiaio sceglie Giacomo, orfano di dodici anni, per niente felice di dover andare a vivere con un personaggio di una tale bruttezza. Pensa seriamente di scappare dopo aver scovato in una baracca del centro città un elefante, ma alla fine decide di restare a fianco del suo Mastro Corvo per imparare il mestiere. Numerosi erano i clienti facoltosi dell'orologiaio, tra cui il Marchese di Moncalvo. Il nobile vedovo aveva una bellissima figlia di nome Irina, desiderosa di imparare a suonare il violino ma per nulla in grado di farlo. Pietro Corvo la corteggia, ma riceve solo insulti e brutte parole. Per scusarsi con l'amico orologiaio, il Marchese gli dona un prezioso libro proibito, "L'uomo macchina".
«L'uomo è una macchina; è tutto un meccanismo, come un orologio»: dopo questa lettura, Corvo decide di creare l''automa' di Irina, possibilmente in grado di suonare il violino per vendicasi delle offese subite. Tra un braccio finto ed una discussione con un famoso liutaio, Pietro Corvo e Giacomo intraprendono un'avventura emozionante verso la creazione dell'uomo artificiale.
Grazie a questo libro, Guido Quarzo è stato in grado di riportare l'attenzione dei lettori sulla clonazione con un racconto semplice da leggere per grandi e bambini.
Pietro Corvo, anziano orologiaio senza moglie o figli a cui lasciare l'attività, decide di recarsi al Palazzo di Virtù per trovare un apprendista a cui insegnare l'arte del mestiere. L'orologiaio sceglie Giacomo, orfano di dodici anni, per niente felice di dover andare a vivere con un personaggio di una tale bruttezza. Pensa seriamente di scappare dopo aver scovato in una baracca del centro città un elefante, ma alla fine decide di restare a fianco del suo Mastro Corvo per imparare il mestiere. Numerosi erano i clienti facoltosi dell'orologiaio, tra cui il Marchese di Moncalvo. Il nobile vedovo aveva una bellissima figlia di nome Irina, desiderosa di imparare a suonare il violino ma per nulla in grado di farlo. Pietro Corvo la corteggia, ma riceve solo insulti e brutte parole. Per scusarsi con l'amico orologiaio, il Marchese gli dona un prezioso libro proibito, "L'uomo macchina".
«L'uomo è una macchina; è tutto un meccanismo, come un orologio»: dopo questa lettura, Corvo decide di creare l''automa' di Irina, possibilmente in grado di suonare il violino per vendicasi delle offese subite. Tra un braccio finto ed una discussione con un famoso liutaio, Pietro Corvo e Giacomo intraprendono un'avventura emozionante verso la creazione dell'uomo artificiale.
Grazie a questo libro, Guido Quarzo è stato in grado di riportare l'attenzione dei lettori sulla clonazione con un racconto semplice da leggere per grandi e bambini.