07/09/2013

PELLEGRINI, UN ANDARE COME STRANIERI

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Da Mantova al Santuario della palude delle Grazie, a piedi. Una decina di chilometri per sperimentare il passo, il silenzio, le evocazioni dell'antropologia di sacro, natura, letteratura e musica. Dall'abbandono della città (il secolo) all'avventuroso cammino per i campi (per ager), fino all'altra dimensione metafisica e mistica del santuario (il traguardo). Poi il buio, nella macchina devozionale della chiesa dell'antico Prato Lamberto: un percorso fra il brulicare dei simboli, degli ex voto, fra papi, imperatori, re e popolo, statue di cartapesta, cuori di cera, le tombe e il coccodrillo, la Madonna. Stefano Scansani guiderà centinaia di volenterosi in un irreplicabile sprofondamento nella storia delle emozioni in quel luogo strepitoso. Ultraterreno e acquatico. Dove il religioso, l'agnostico, il laico incontrano lo spirituale, comunque, spaesandosi. L'impresa si svolgerà con qualsiasi tempo, altrimenti che pellegrinaggio sarebbe?

Direzione tecnica di Roberto Soggia; interventi musicali della Scraps Orchestra; cucina e cantina dell'Antica Locanda delle Grazie.
La camminata ha una durata di circa tre ore (9 km di percorso). Al termine sarà offerto un rinfresco in linea con la tradizione della Fiera delle Grazie. In collaborazione con il Santuario della Beata Vergine delle Grazie e il Comune di Curtatone.

Servizio navetta APAM: rientro dal Santuario delle Grazie a Piazza Sordello ore 22.00. È disponibile anche il ritorno con navigazione notturna sul lago Superiore. Il servizio barca è a pagamento e può essere prenotato presso la biglietteria del Festival.
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Italiano
Si parte! Ancora più azzardato, quest'anno, l'evento scansaniano (visto il successo riscosso da Stefano in ogni edizione, è opportuno coniare un aggettivo che identifichi i 'suoi' eventi). Il pellegrinaggio prevede la partenza da piazza Sordello per raggiungere il Santuario delle Grazie. Dieci chilometri costeggiando il lungolago. Lago che altro non è se non il luogo in cui il Mincio si riposa allargandosi. Sono numerosi gli eventi di questo Festival che hanno come protagonista un viaggio immerso nell'acqua dolce: come non pensare a Paolo Rumiz e alla sua attraversata del Po? Le prime parole, ai piedi del castello di San Giorgio che fece da sfondo a tante battaglie, non possono che essere per la guerra in Siria. Alcuni minuti senza parlare, che vedono anche il teatro dei burattini in religioso silenzio per l'occasione. Un campanaccio suonato dal buon Scansani dà il via alla camminata. È poi il momento della sosta presso il cippo di Belfiore, immerso nel verde. Si passa dal Rinascimento al Risorgimento. Ancora una guerra sullo sfondo, quella per l'indipendenza italiana. Il cammino riprende fino alla chiesa della Madonna Degli Angeli, che appare dopo alcuni chilometri al riparo del bosco. La pala d'altare che dà il nome alla parrocchiale si adatta perfettamente all'etichetta di 'pellegrinaggio laico' che la camminata via via assume. È una Vergine dagli stilemi anticonvenzionali, in carne e giunonica «come una donna mantovana». «Mira il tuo popolo o bella signora» intona la Scraps Orchestra, accompagnando i pellegrini in ogni sosta del loro viaggio. Ancora in marcia fino a Curtatone (teatro di un altro scontro risorgimentale), al cosiddetto 'Mulino delle Fosse'. L'Orchestra intona «Sono una donna, non sono una santa» e il tema di "Miracolo a Milano". Qui, secondo la leggenda (come racconta Ippolito Donesmondi nel 1607) fu trovato il coccodrillo che ancora oggi fa bella mostra di sé all'interno della chiesa alle Grazie. Ed è lì che ci porta l'ultimo chilometro, con il sole rosso sangue che fa capolino da alcune nuvole. Se in piazza Sordello c'erano i burattini, anche questo edificio può essere considerato un teatro, per quanto religioso. Gli attori sono i fantocci che troneggiano nell'unica navata, e raffigurano personaggi celebri fra Cinque e Settecento: oltre a papi e re, non mancano 'Giuanìn d'la Massòla' e la 'Miseria d'le Grassie'. La guerra continua ad inseguirci. Non è un caso, se si pensa che l'edificio nacque per celebrare vittorie militari, mischiando in continuo sacro e profano. Scansani è visibilmente commosso: «Questa camminata è una gran conquista. Abbiamo portato il pubblico del Festival fuori Mantova, facendo solidarizzare 400 persone che non si conoscevano. Il mondo è pieno di coccodrilli più o meno metaforici come quello che c'è in questa chiesa. Stiamone tutti alla larga».

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