07/09/2013 - Giallo a contrasto

NOIR DI RABBIA

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La rabbia sta diventando una malattia sociale, secondo Carlo Lucarelli. In un mondo che si fa fatica a capire, dove idee e poteri sono confusi e - se ci sono - non si vedono, si sta facendo largo un disagio che non aspetta altro che una scintilla per esplodere in violenze gratuite contro i più deboli o contro chi capita. In "Il sogno di volare", Lucarelli recupera il noir e il commissario Grazia Negro, per raccontare l'insorgenza di questo male ferino e lo smarrimento profondo di una città, cercando al Festival di trovare una cura insieme a Massimo Picozzi - criminologo e personaggio del romanzo - e al musicista Andrea Buffa.
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Italiano
Hai paura di camminare da solo in una via buia di notte? Il fantasma di Jack the Ripper ti perseguita? Niente paura, i serial killer sono ormai in via d'estinzione!
Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, accompagnati dal sottofondo musicale delle ballate di Andrea Buffa, raccontano un nuovo spaccato della criminologia moderna, dominato non più da moventi di odio e discriminazione, ma dalla rabbia, incontrollata e talvolta inconsapevole, che affligge la nostra società. Come afferma Picozzi quello in cui viviamo è il 'secolo della rabbia' dove l'autore delle stragi ha sostituito il serial killer, lasciandoci totalmente impreparati contro una minaccia invisibile. «Siamo tutti clamorosamente incazzati!». Le parole del criminologo tuonano nella mente dei presenti in Piazza Castello e in quelle degli spettatori che seguono la diretta dell'evento in streaming, incuriosendo e facendo riflettere sull'effettivo cambiamento di rotta della società.
Lucarelli, d'altra parte, individua tra i fattori della rabbia moderna la frustrazione e l'indignazione generale che dilaga in un mondo dove, all'apparenza, non esistono colpevoli da incriminare per i nostri mali. La rabbia non è indirizzata verso un soggetto preciso, aleggia nell'aria senza un capro espiatorio su cui potersi sfogare. Su questa scia si rischia poi di perdere di vista le motivazioni e i protagonisti dei crimini perpetrati, lasciando spazio alla sola spettacolarizzazione del crimine fine a se stesso. Attraverso quest'analisi Lucarelli dà voce alle problematiche insite nel suo libro senza svelarne però la trama o i contenuti, ritenendo l'espansione del genere giallo come una risposta 'fisiologica' della società alle vicende umane dei giorni nostri.

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