07/09/2013

L'AMORE SECONDO ANTIGONE

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La più nota autrice del pensiero della differenza sessuale, Luce Irigaray ("All'inizio, lei era"), propone una lettura inedita della protagonista immortale della tragedia di Sofocle. Antigone è un nome che percorre, senza soluzione di continuità, tutto il cammino della cultura europea, ma la ricezione della sua figura e dei suoi gesti conosce oramai alcuni filoni critici ben individuabili. Il più noto la ritiene un'eroina della trasgressione e del potere. La filosofa francese rilegge Antigone come testimone incarnata dell'amore che rispetta le relazioni tra esseri umani e con la natura.
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Italiano
Cortile di Palazzo San Sebastiano gremito per la conferenza di Luce Irigaray, filosofa e psicanalista francese. Irigaray ha parlato in italiano per avvicinarsi al proprio pubblico, con l'ambizione di fondare un'umanità nuova, sulla base di una nuova etica del desiderio e dell'amore. Il confronto obbligato è stato subito col mondo greco, per mezzo della figura di Odisseo, e con quello tedesco, grazie alle biografie di Holderlin e Nietzsche. La filosofa ha citato questi tre personaggi come esempio del fallimento del sistema patriarcale in cui ancora viviamo: tutti e tre questi uomini infatti avrebbero vissuto in una continua ricerca del superamento di sé, che sarebbe potuto arrivare solo attraverso la relazione con un'altra. Ma essi non erano pronti, perché non avevano saputo differenziare in profondità la propria identità sessuata da quella delle madri, costruendosi un'identità basata sull'abilità e l'uso della parola (il 'simbolo') labile e illusoria. Così l'uomo di oggi si stacca dalla madre grazie alla comunità maschile, ma poi non sembra capace di concepire la dualità dei sessi nella sua profondità psicologica, e finisce per impostare il rapporto come conflitto. E "Antigone" di Sofocle è la migliore interpretazione del conflitto fra il sistema patriarcale e le tre leggi del sistema matriarcale. Le 'leggi non scritte' di Antigone, conformi alla natura, sono il rispetto per l'ambiente, il rispetto per la generazione e il riconoscimento della dualità dell'identità sessuata. Secondo la Irigaray la contravvenzione a queste leggi ci starebbe portando ad assumere un atteggiamento di prevaricazione nei confronti del territorio e un comportamento errato nel modo di mettere al mondo dei figli e nel modo stesso di amarci: non si può amare l'altro nell'altro senza essere consapevoli della propria identità, che non può mai essere neutra, ma è sempre sessuata. L'"Antigone" ci insegna quindi ad avere il coraggio di incarnare la propria identità sessuata nei limiti della storia e di una ricerca solitaria che solo alla fine sfocerà in un rapporto di armonia e scambio con l'altro. Nonostante la difficoltà delle tematiche trattate l'attenzione del pubblico non è mai venuta meno, a segnalare la particolare intensità che la filosofa è riuscita a trasmettere.

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