04/09/2014 - Lavagne. Esempi di scrittura musicale
ASCOLTARE BEETHOVEN
2014_09_04_LAV2230
Un viaggio nel 'laboratorio compositivo' di uno dei musicisti più amati di ogni tempo, alla scoperta dell'uomo, del suo tempo e della sua poetica, dei generi musicali - dalla Sinfonia al Quartetto, dal Concerto alla Sonata - che ha esplorato e trasfigurato.
English version not available
Italiano
Bethoveen è forse uno dei più grandi narratori dell'Ottocento. Quando parliamo di libri, è facile spiegare come e perché raccontino un'epoca: con una sinfonia è un po' meno immediato, eppure basta fare un piccolo sforzo per scoprire un mondo. Beethoven è un autore da sempre associato al classicismo viennese insieme al suo maestro Haydin e a Mozart, ma basta ascoltare un pezzo di Beethoven e Mozart contemporaneamente per rendersi conto che si tratta di due modi di comporre completamente diversi. La musica di Mozart è armoniosa, simmetrica nelle frasi, melodica. È un elegante gioco con le convenzioni esistenti. Le sinfonie di Beethoven hanno molto poco da spartire con la loro ricercata delicatezza: il gesto è sintetico, la melodia è semplice, il linguaggio più accessibile. Per questo motivo la sinfonia numero cinque inizia con quattro evocativi colpi, talmente semplici da essere del tutto inaspettati e carichi di forza. Non è difficile immaginare perché lo stesso Beethoven li definisse «i colpi del destino che bussa alla nostra porta». La storia riaffora in modo evidente e prepotente in alcuni lavori del compositore. Nell'eroica, composta nello stesso anni della battaglia di Austerliz, si inseriscono prepotentemente degli squilli di tromba. Anche la terza sinfonia è basata su un semplice arpeggio, simile alla sveglia dei soldati nell'esercito. Mozart e Bethoveen sono quasi contemporanei, eppure idealmente appartenenti a due secoli diversi, il Settecento e l'Ottocento: tra il lavoro di entrambi si riscontra un salto di sensibilità epocale. In mezzo la Rivoluzione francese, l'ascesa della borghesia e il cambiamento di gusto del pubblico, diventato meno raffinato e colto. La genialità di Beethoven sta nel cogliere questo cambiamento e semplificare il proprio linguaggio. Un linguaggio immediato, a volte addirittura banale, poco melodico, in cui il ritmo e la dinamica prevalgono.