05/09/2014
TUTTE LE MAPPE DEL MONDO
2014_09_05_073
La carta del mondo di Al-Idrisi pone il sud in alto e il nord in basso, la 'mappa mundi' di Hereford pone Gerusalemme al centro del mondo, la proiezione di Peters nasce per combattere l'eurocentrismo. «Le mappe», secondo Jerry Brotton, «sono una proposta di mondo più che un riflesso del mondo, e ogni proposta emerge dagli assunti e dalle preoccupazioni prevalenti di una particolare cultura». Leggendo le carte geografiche in prospettiva storica, Brotton dimostra con evidenza come ogni carta nasca per orientare il nostro sguardo, dicendoci chiaramente qual è il posto che dobbiamo occupare nel mondo. Della parzialità - e del fascino - delle mappe, l'autore di La storia del mondo in dodici mappe discute con il geografo Franco Farinelli.
English version not available
Italiano
Inglese
Inglese
Che cos'è una mappa? E quanto essa rappresenta un'effettiva descrizione della realtà? Ospite al Teatro Bibiena Jerry Brotton, autore del libro "La storia del mondo in 12 libri", dialoga col pubblico di Festivaletteratura sull'identità di una mappa, concentrandosi sugli aspetti non solo geografici ma prettamente filosofici, storici e poetici del mondo. Una mappa è la descrizione di una cultura che ha voluto letteralmente 'mappare' il suo mondo; non descrive quindi un progresso ma un modo soggettivo per mostrare agli altri quello in cui si vuole credere. Nel corso della storia sono state tantissime le mappe che l'uomo ha creato e, pur rappresentando la stesso soggetto (ovvero il mondo che lo circondava) e pur rispondendo all'inevitabile domanda «dove siamo nel mondo», ognuna di esse era differente e mostrava i diversi modi di concepire il mondo. Una delle prime mappe realizzate nel mondo islamico infatti poneva La Mecca al centro del mondo e il Sud all'estrema sommità, mentre il mondo cristiano privilegiava Gerusalemme al centro e l'Est in alto. Brotton spiega questa diversità attraverso il concetto di descrizione utopica dell'uomo di allora, di fattori di vario stampo che spingono gli individui a rappresentare una realtà ideale, che si avvicina ai loro interessi, alle loro speranze. Al giorno d'oggi questo problema sembrerebbe superato. Chi infatti oserebbe mai sfidare la veridicità di sistemi quali Google Earth o Google Maps? Eppure, anche se forse a malincuore, bisogna soffermarsi sul fatto che anche in questi casi vi siano fattori, quali ad esempio gli imperativi commerciali, che modificano radicalmente la rappresentazione della realtà, eliminando ad esempio alcune informazioni inerenti all'abitazione di un politico che preferisce non essere rintracciato tramite una mappa virtuale. Secondo quanto affermato da Brotton, la poesia è l'unica via per evadere dalla «delusione» e dalle «menzogne» scaturite da una mappa. Da tale affermazione la decisione di realizzare una mappa reale del mondo tridimensionale in un campo da calcio a Venezia. Far viaggiare parallelamente scienza ed arte, certezze ed immaginazione nella speranza di poter mostrare le meraviglie di questo mondo e i pericoli ai quali bisogna far fronte. Rimanete sempre in allerta, il controllo del mondo di oggi non è in mano a persone bensì a mappe.