06/09/2014 - Lavagne

LE MALATTIE DIMENTICATE

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Nel mondo, ogni anno, il 25% dei decessi è causato da malattie infettive: polmoniti, tubercolosi, diarree, malaria, HIV/AIDS colpiscono in maniera sempre più violenta i paesi in via di sviluppo, dove le carenze strutturali sono aggravate dalla povertà e dalla mancanza di accesso alle cure. Nel sud del mondo e nei paesi in transizione dell'Est europeo sono circa due miliardi le persone che non hanno possibilità di accedere a cure sanitarie di qualità. Guerre, violenze e instabilità politiche inoltre indeboliscono le strutture sanitarie e i programmi di prevenzione e controllo delle malattie infettive causando un aumento della mortalità e della sofferenza tra la popolazione.

L'evento della rassegna "Lavagne" di sabato 6 Settembre delle ore 17:00 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Roberto Scaini, sostituito successivamente da Miguel Lupiz.
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È rimasto in Liberia Roberto Scaini, il medico senza frontiere che avrebbe dovuto illustrare l'emergenza africana oggi pomeriggio. In sua vece, il collega Miguel Lupiz ha parlato di ebola, a lungo. Si tratta di un virus scoperto negli Anni Settanta, spiega, nella valle dell'Ebola in Congo, dalla quale ha preso il nome. Finora si conoscono cinque ceppi, dei quali il congolese sembra essere il più pericoloso: quando contagia una persona, provoca il rilascio di citochine da parte del sistema immunitario, che distruggono i vasi sanguigni provocando le caratteristiche emorragie. In ogni caso, informa Lupiz, il sanguinamento non arriva subito: la malattia provoca prima di tutto febbre altissima e mal di testa, i medici si basano su questo per ricoverare tempestivamente i malati. Essendo trasmissibile solo attraverso i fluidi corporei e non per via aerea, l'ebola non si trasmette facilmente quanto un raffreddore; sfortunatamente, la scarsa igiene delle zone povere fornisce comunque molte occasioni di contatto e di contagio. L'Europa, dal canto suo, dovrebbe essere a basso rischio: l'ebola è troppo virulenta per permettere al malato di viaggiare a lungo, gli immigrati clandestini difficilmente ne saranno portatori. Un maggiore pericolo viene dai viaggi in aereo, per questo molti aeroporti degli stati più colpiti sono ora bloccati. La comunità internazionale però, ricorda Lupiz, si è mossa in ritardo e non sta tuttora facendo abbastanza per aiutare i soccorsi umanitari, sui quali pesa la maggior parte del lavoro. Un possibile vaccino, frutto della ricerca di un'equipe italiana, è ora in fase finale di sperimentazione; per il momento, i medici chiedono aiuto a chiunque ne abbia le competenze ed i mezzi.

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