06/09/2014

MICROCOSMI AMERICANI

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Elizabeth Strout è una delle scrittrici più profonde e raffinate della scena letteraria americana contemporanea. Frequentatrice degli ambienti letterari newyorchesi solo per quanto strettamente necessario, Strout vive nella campagna del Maine, che rappresenta il retroterra imprescindibile dei suoi romanzi per ambientazione e caratterizzazione umana dei personaggi. Vincitrice del premio Pulitzer nel 2009 con la raccolta di racconti Olive Kitteridge, Strout è stata avvicinata dalla critica ad autrici come Alice Munro e Annie Proulx. Il suo ultimo libro è I ragazzi Burgess, storia di tre fratelli divisi tra New York e la provincia americana in cui si riflette, nel disvelamento dei falsi miti della famiglia e dell'integrazione, il fallimento dei valori fondanti di un'intera nazione. Conversa con Elizabeth Strout il giornalista Piero Dorfles.
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Elizabeth Strout vive nella campagna del Maine e in ognuno dei suoi romanzi porta in scena questa piccola comunità americana, con le sue meschinità e i suoi pettegolezzi, i pregiudizi e le invidie. A proposito delle sue storie Piero Dorfles pone subito l'accento sul lento avvicendarsi dei fatti, in un concatenarsi di avvenimenti che costruiscono lentamente lo sviluppo narrativo e permettono l'altrettanto lento evolversi dei protagonisti e della comunità. Perché se c'è un elemento che ad oggi accomuna le opere romanzesche di Strout, oltre allo sfondo locale e a tratti claustrofobico per i protagonisti, è il lento trasformarsi e crescere dei personaggi, tanto che Dorfles azzarda la definizione comune di «romanzi di formazione». Una serie di eventi conturbanti per il contesto perbenista del piccolo villaggio rompono puntualmente la quiete iniziale e richiedono, per essere riassorbiti, il lento evolversi della mentalità dei personaggi. Emblematica la vicenda di "Resta con me", che ha per protagonista un sacerdote luterano molto amato dai concittadini per il suo carisma. Gli stessi, tuttavia, non accettano sua moglie, proveniente dal Massachusetts e dedita a una vita di frivolezze. Attorno al prete viene così a crearsi un'atmosfera ambigua: lui è amato e benvoluto quanto lei rifiutata; la morte della donna, con la quale il prete nel frattempo ha avuto due figlie, rompe ulteriormente il già instabile equilibrio. Il dolore e le difficoltà familiari faranno precipitare il protagonista in una depressione che i concittadini non possono accettare. La rancorosa e misera cattiveria degli abitanti del villaggio si riversa così su di lui, ritenuto inadeguato per guidare la comunità. La vicenda prosegue in un affastellarsi ordinato e continuo di avvenimenti che, in un effetto domino, stravolgono la piccola realtà locale e la vita dell'uomo, oppresso dalle cattiverie della prima. Entrambi, comunità e protagonista, potranno sopravvivere e tornare all'ordine solo cambiando e rinnovandosi, cosa che avverrà molto lentamente, senza scatti improvvisi. In generale i romanzi di Strout affiancano alla dimensione sociologica quella psicologica e privata ma anche realtà più ampie, come quella politica e sociale; per questa ragione hanno fatto breccia nel pubblico americano, soprattutto femminile, che si è sentito totalmente rispecchiato nelle numerose donne della scrittrice. La forza della scrittrice statunitense sta nell'attenzione al dettaglio, descritto sempre in modo preciso e cristallino: l'abbigliamento, le stanze, l'arredamento creano nella mente del lettore, con rara maestria, una narrazione visiva prima che verbale. Spesso i dialoghi servono solo a confermare i rapporti interpersonali o le situazioni psicologiche individuali, già chiare nella descrizione iperrealistica dei dettagli nei vari 'fotogrammi narrativi'. È questa attenzione al particolare e all'elemento apparentemente marginale che porta la Strout a interessarsi, anche umanamente, ad ogni tipo di individuo, prediligendo le personalità più complesse e problematiche, messe in scacco dalla vita. La sua poetica ha pochi pari nel panorama letterario contemporaneo. Il suo primo modello, ammette infatti, è Tolstoj, e non sarebbe stato difficile intuirlo.

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