06/09/2014 - Lavagne. Esempi di scrittura musicale

I MONDI SONORI DI LIGETI

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György Ligeti, grande compositore ungherese scomparso nel 2006, ha creato alcuni dei più affascinanti brani musicali del secolo scorso, riflettendo sul tempo, sullo spazio, sui meccanismi, sul ritmo, sulle illusioni sonore. L'incontro ci rivelerà l'universo espressivo, davvero unico, di questo grande artista.
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Singolare storia, quella di György Ligeti. Uno dei più grandi compositori del Novecento, diventato famoso quando un certo Stanley Kubrick iniziò ad inserirne le musiche in diversi film. Curioso però che l'amicizia col regista sia nata dopo un iniziale litigio, quando Stanley inserì le musiche del compositore tedesco in "2001: Odissea nello spazio" chiedendo il permesso solo alla casa discografica e non a György. Parte da questo episodio il racconto di Giovanni Bietti nel raccontare la vita del compositore ungherese. Musicalmente, all'inizio si avverte l'influenza di Bartók, già quando risiedeva in patria manifestava grande curiosità anche per le poche notizie che gli giungevano sulla prima scuola di Vienna e sui primi risultati delle neo avanguardie. Esemplari a questo proposito le "6 Bagatelle". Bietti suona al piano quella per quintetto per fiati, spiegando come sia costruita su un unico giro di note che ritorna continuamente per due minuti. Il normale decorso armonico del pezzo viene così bloccato. L'influenza bartokiana, non tanto perché l'opera è tonale, ma soprattutto per l'utilizzo del ritmo e del carattere popolare. Non a caso Ligeti si dedicava in quel periodo, alla ricerca sulla musica folkloristica rumena. E questa impronta sarà sempre presente in Ligeti, che si porrà sì in relazione con le neo avanguardie, senza però mai abbandonare l'attenzione per i problemi compositivi del passato. Ma nelle Bagatelle si sente anche la grande attenzione che in quegli anni Ligeti aveva per la musica di Stravinski. Il 1956 è invece l'anno in cui Ligeti si trasferì prima a Vienna e poi a Colonia dove lavorò con Stockhausen. E lì parte il Ligeti più sperimentale, che diventa appunto uno dei grandi del Novecento. Non a caso fa parte della stessa generazione dei Berio, Nono e Boulez. Poi arrivò l'incontro/scontro con Stanley, ma questa è un'altra storia.

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