11/09/2016

​TRE FIAMMIFERI ACCESI NELLA NOTTE

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Non è sempre facile raccontare la storia di un'intensa amicizia, soprattutto quando i compagni di viaggio sono scomparsi prematuramente e tragicamente. Sono trascorsi venticinque anni dalla morte di Pier Vittorio Tondelli ("Altri libertini") e sette da quella di Filippo Betto ("Certi giorni sono migliori di altri giorni") e il loro amico e confidente Mario Fortunato ha deciso di raccontare, sotto forma di romanzo, il profondo legame che li univa. Così i tre scrittori diventano semplicemente Mario, Pier e Filippo, ragazzi di provincia negli anni Ottanta, tra musica, libri, droghe, sesso, amore e malattia, in un'epoca in cui affrontare tematiche come quella dell'omosessualità possedeva un'intrinseca carica dirompente, agli occhi della morale comune. Nasce così "Noi tre", uno struggente racconto sulla giovinezza perduta di tre persone che «consideravano la letteratura il proprio mondo, oltre che la loro principale ragion d'essere». Dialoga con Fortunato il critico letterario Matteo Giancotti.
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