07/09/2017

OLTRE IL CONFINE LA PIOGGIA NON CAMBIA

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Vivere in esilio, divisi tra culture, patrie e case diverse, è un'esperienza che colpisce profondamente l'animo umano, lasciando talvolta ferite difficili da rimarginare. La vita di Choman Hardi, poetessa nata nel Kurdistan iracheno, è stata un continuo peregrinare, fin dalla più tenera infanzia, quando con la famiglia dovette spostarsi più volte a causa delle persecuzioni del regime di Saddam Hussein contro i curdi, fino ad arrivare - nel 1993 - in Inghilterra, dove conseguì un dottorato specializzandosi sulla condizione psicologica delle donne costrette alle migrazioni forzate. Figlia di un poeta, ha iniziato a scrivere versi all'età di vent'anni, prima in lingua madre e poi in inglese, convinta che l'utilizzo di quest'ultimo le permettesse di mantenere una visione più lucida e distaccata. Delle sue profonde riflessioni su doppia identità e sradicamento, a cavallo tra il reportage e il verso, l'autrice di "La crudeltà ci colse di sorpresa" parla con Paola Splendore, che ha curato l'edizione italiana della raccolta di poesie. Letture di Hevi Dilara.
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