08/09/2017
READ MORE. Leggere agli adolescenti
2017_09_08_087
dai 14 ai 18 anni
Ha senso leggere la storia della buonanotte a un adolescente? E dedicare ore alla lettura ad alta voce alla scuola superiore? Assolutamente sì! Ci sono storie più adatte da leggere ad alta voce? E cosa piacerebbe ascoltare ai ragazzi? Armati delle loro proposte, alcuni adolescenti dei gruppi di lettura (tra cui quelli di Mantova, Rimini, Asola, Firenze, Finale Emilia) dialogheranno insieme ai loro coetanei con Arturo Pérez-Reverte, autore di "Il Club Dumas" e della serie del capitano Alatriste, e con lo scrittore e drammaturgo Davide Enia. Per mostrare come leggere e ascoltare una storia non abbia un'età di scadenza. Cura la regia dell'incontro e la bibliografia Simonetta Bitasi.
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I piccoli volontari della redazione junior sono più che pronti. Saranno loro a raccontare gli eventi con nuove prospettive e presentare i laboratori della Casa del Mantegna, dedicati al nostro pubblico più giovane.
«Ha senso leggere ad alta voce ai ragazzi?» Questa è stata la sfida lanciata dalla presentatrice Simonetta Bitasi agli ospiti Arturo Pérez-Reverte e Davide Enia.
Partendo da questa domanda chiave dell'evento, Simonetta ne ha posta un'altra: «Che rapporto avevi con la lettura da adolescente?» Per Arturo i libri sono stati dei compagni attraverso i quali ha scoperto che esiste un mondo interessante celato fra le pagine che vale la pena scoprire. È diventato reporter e giornalista di guerra per capire quanto fosse vero ciò che era scritto nei libri. «I libri mi hanno salvato nella prima guerra, con la prima donna, con il primo amico».
Davide invece, che è sopravvissuto agli anni '80 palermitani, da adolescente era convinto che fosse meglio imparare a leggere la realtà rispetto ai libri stessi. «A sedici anni leggevo i "Peanuts", "Dylan Dog", "Corto Maltese" e "la gazzetta dello sport"».
La domanda successiva si è ricollegata alla domanda iniziale entrando nel vivo dell'argomento: «Come approcciarsi alla lettura?». Due ragazze tra il pubblico hanno cercato di dare una risposta per poi lasciare spazio ad Arturo ha spiegato agli spettatori che non si tratta di amare o meno i libri. «Si tratta di utilizzare i libri per capire. Fondamentalmente il libro aiuta a sopravvivere perché la vita è un luogo pericoloso». «Il libro è anche un'arma di sterminio» ha ribattuto Davide.
«Avete un vantaggio rispetto a chi non legge». Per Arturo infatti «il dolore, l'orrore sono utili se hai dei libri che ti aiutino a dare un senso alla sofferenza». «Chi osa calpestare l'erba alta deve avere alle spalle dei libri che lo sostengano».
«La scrittura arriva dopo. In principio era il verbo che successivamente si è fatto carne» questa è l'opinione di Davide, che ribatte dicendo: «Quando scriviamo riduciamo una parola nello spazio della pagina. Shakespeare non andrebbe letto, ma andrebbe visto a teatro».
Simonetta ha poi presentato al pubblico e agli autori un progetto pensato dai ragazzi del gruppo di lettura di Mantova che consiste nel scrivere un'antologia contenente letture ad alta voce. Davide ha commentato: «Leggere ad alta voce è un lavoro. Come ogni lavoro va praticato».
L'evento è concluso con una dichiarazione di Arturo: «Ricordatevi che ci sono due tipi di eroi: quelli dal cuore puro che credono negli dei e combattono per l'onore e quelli come Ulisse, che non crede negli dei ed è solo di fronte al mondo. Ogni lettore intelligente finisce per essere come Odisseo. Se siete lettori sarete eroi solitari».
«Ha senso leggere ad alta voce ai ragazzi?» Questa è stata la sfida lanciata dalla presentatrice Simonetta Bitasi agli ospiti Arturo Pérez-Reverte e Davide Enia.
Partendo da questa domanda chiave dell'evento, Simonetta ne ha posta un'altra: «Che rapporto avevi con la lettura da adolescente?» Per Arturo i libri sono stati dei compagni attraverso i quali ha scoperto che esiste un mondo interessante celato fra le pagine che vale la pena scoprire. È diventato reporter e giornalista di guerra per capire quanto fosse vero ciò che era scritto nei libri. «I libri mi hanno salvato nella prima guerra, con la prima donna, con il primo amico».
Davide invece, che è sopravvissuto agli anni '80 palermitani, da adolescente era convinto che fosse meglio imparare a leggere la realtà rispetto ai libri stessi. «A sedici anni leggevo i "Peanuts", "Dylan Dog", "Corto Maltese" e "la gazzetta dello sport"».
La domanda successiva si è ricollegata alla domanda iniziale entrando nel vivo dell'argomento: «Come approcciarsi alla lettura?». Due ragazze tra il pubblico hanno cercato di dare una risposta per poi lasciare spazio ad Arturo ha spiegato agli spettatori che non si tratta di amare o meno i libri. «Si tratta di utilizzare i libri per capire. Fondamentalmente il libro aiuta a sopravvivere perché la vita è un luogo pericoloso». «Il libro è anche un'arma di sterminio» ha ribattuto Davide.
«Avete un vantaggio rispetto a chi non legge». Per Arturo infatti «il dolore, l'orrore sono utili se hai dei libri che ti aiutino a dare un senso alla sofferenza». «Chi osa calpestare l'erba alta deve avere alle spalle dei libri che lo sostengano».
«La scrittura arriva dopo. In principio era il verbo che successivamente si è fatto carne» questa è l'opinione di Davide, che ribatte dicendo: «Quando scriviamo riduciamo una parola nello spazio della pagina. Shakespeare non andrebbe letto, ma andrebbe visto a teatro».
Simonetta ha poi presentato al pubblico e agli autori un progetto pensato dai ragazzi del gruppo di lettura di Mantova che consiste nel scrivere un'antologia contenente letture ad alta voce. Davide ha commentato: «Leggere ad alta voce è un lavoro. Come ogni lavoro va praticato».
L'evento è concluso con una dichiarazione di Arturo: «Ricordatevi che ci sono due tipi di eroi: quelli dal cuore puro che credono negli dei e combattono per l'onore e quelli come Ulisse, che non crede negli dei ed è solo di fronte al mondo. Ogni lettore intelligente finisce per essere come Odisseo. Se siete lettori sarete eroi solitari».